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Sinner-Alcaraz, l’inizio di una grande rivalità: a Wimbledon scambi in stile Federer-Nadal

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Jannik Sinner contro Carlos Alcaraz. Il prologo che ancora non si sapeva fosse tale si è visto ad Alicante, in un Challenger rosso del 2019. Il prologo che qualcuno sperava tale era quello di Parigi-Bercy, in un Campo 1 totalmente inadatto all’attesa del confronto. Il prologo che tutti ritengono tale è quello sul campo più importante del mondo, il Centre Court di Wimbledon.

Quei due primi confronti li aveva vinti lo spagnolo. Due pezzi della costruzione di quella che è la grande narrazione sul talento del classe 2003, che è sì indubbio, ma anche ancora incompleto. E lo ha dimostrato Jannik sulla sacra erba di Wimbledon.

Si fanno spesso paragoni. Anche nel tennis. E tra le racchette il metro di paragone, al netto di tutto, è legato a poche rivalità elette. Federer contro Nadal è stata quella più iconica in assoluto di questo millennio, con i due stili così diversi, i due modi di giocare così opposti, le “zone di competenza” così differenti.

Jannik Sinner esplode a Wimbledon: ora è (quasi) un erbivoro. Il gioco evoluto dell’italiano

In realtà, forse il paragone Federer-Nadal qui è un po’ meno esatto: se Alcaraz viene spesso descritto proprio come un mix dei due precedenti, a Sinner viene spesso associata una similitudine con Novak Djokovic, benché abbastanza alla lontana e, comunque, in rapida evoluzione (basta vedere cosa s’è aggiunto alla base di gioco di Jannik).

Però, volendo rimanere su un certo solco, ecco che degli scambi su quello stile si sono visti. Le palle corte dell’uno, i passanti in corsa dell’altro, quelli di rovescio a rifiutare gli approcci a rete di Alcaraz da parte di Sinner, quelli tentati da molto lontano dall’iberico, le volte in cui l’azzurro è entrato nel campo. E, naturalmente, le lotte furiose nel tentativo di prendere il comando dello scambio.

Qualità tennistica elevata, in sostanza, per i due che vogliono prendersi il trono del tennis maschile in tempi molto brevi. Poco meno di 21 anni l’uno, 19 l’altro: entrambi già perfettamente in grado di battagliare con i big, anche di batterli. E, chiaramente, destinati sempre di più a combattere tra di loro.

Quest’oggi un punto importante, a livello mentale, l’ha messo a segno Sinner. Perché è vero che Alicante e Bercy avevano avuto la loro importanza, ma è possibile che Alcaraz, sulla base di quelle memorie, avesse ritenuto possibile una continuazione di quel canovaccio. Nulla di tutto ciò: l’azzurro ha fatto come se quelle partite non esistessero. Uno Slam, insomma, è uno Slam. Non un Challenger, non un comunque importante 1000. Uno Slam. Anzi, Wimbledon, il Torneo per eccellenza. Dove il premio per questa partita si chiama (forse) Djokovic, uno che i Championships li ha vinti sei volte. Che Alcaraz aveva già battuto a Madrid. Che Sinner vorrebbe tanto cominciare a sconfiggere.

Foto: LaPresse

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