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Tennis, Andrea Gaudenzi: “Pensiamo a un Masters 1000 sull’erba. Il format? Le partite lunghe generano emozioni”

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Andrea Gaudenzi, oggi capo dell’ATP, in passato tennista italiano di ottimo livello, espone la sua visione. In un’intervista alla rivista Tennis Magazin, il manager di Faenza ha toccato vari punti riguardo l’evoluzione che il tennis potrebbe avere nei prossimi anni.

“Il tennis, rispetto agli altri concorrenti, che siano sport o piattaforme di intrattenimento, è troppo frammentato. Ci sono l’ATP, la WTA, i quattro tornei del Grande Slam e l’ITF: quattro organismi che funzionano indipendentemente. Ciò rende difficile commercializzare il prodotto e raccontare ai fan una narrazione coerente”, ha affermato Gaudenzi.

Sugli Slam e sui Masters 1000 ha detto: “L’evoluzione e l’attenzione che gli Slam hanno catturato e stanno catturando da 30 a questa parte è eccezionale, ma vorremmo che anche i Masters 1000 fossero così. Si avvicinassero ai quattro grandi tornei che regalano prestigio e importanza al tennis, ovviamente lasciando agli Australian Open, al Roland Garros, a Wimbledon e agli US Open la copertina che meritano”.

“Un Masters 1000 sull’erba? E’ una cosa a cui stiamo pensando anche perchè fra Roma e il Canada non ci sono tornei di alto livello che possano regalare ai tifosi qualcosa di speciale. Germania e Inghilterra hanno la tradizione e le strutture, eventualmente, per poterne ospitare uno”.

Infine, sul format delle partite e sulla possibilità di modifiche al gioco, Andrea Gaudenzi ha chiarito:Sono un grande sostenitore dell’innovazione, dobbiamo adattarci alle nuove generazioni e tecnologie, ai nuovi comportamenti dei consumatori. Certo si può migliorare il format accorciandolo, ma le partite migliori continueranno sempre ad essere quelle lunghe, quelle che generano più emozioni. Per prima cosa dobbiamo studiare come migliorare i nostri contenuti offline, poi penseremo a come utilizzare quei dati in linea con il comportamento dei consumatori e quindi a ottimizzare il prodotto live. Anche io dentro di me conservo la mia parte più tradizionalista: non voglio cambiare completamente il gioco”.

Foto: Lapresse

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