Ciclismo

Tour de France 2022, Bradley Wiggins: “Una volta la maglia gialla non sprintava, Pogacar potrebbe diventare antipatico alla gente”

Pubblicato

il

Tadej Pogacar è stato il protagonista principale della prima settimana del Tour de France. Un ruolo diviso probabilmente con Wout Van Aert, ma lo sloveno può contare sul massimo simbolo di prestigio nella corsa francese, la maglia gialla. Pogacar ha già vinto due tappe, ha fatto terzo in un’altra, riuscendo a combattere in volata contro lo stesso belga e Michael Matthews. Una prima parte da dominatore, anche se il distacco in classifica nei confronti di Jonas Vingegaard non può farlo star troppo tranquillo.

Il danese della Jumbo, infatti, è a 39 secondi e ha dimostrato di poter essere il vero unico rivale di Pogacar. C’è grande attesa per lo scontro tra i due su Alpi e Pirenei, anche se il corridore della UAE Emirates Team dà la sensazione di avere la corsa in pieno controllo e che difficilmente possa perdere il primato nella generale.

Tour de France 2022: tutti i ciclisti sono risultati negativi ai test Covid-19

Una supremazia quella di Pogacar che dura da due anni e lo sloveno punta al tris. Pogacar ha voluto dare una dimostrazione di forza ai propri rivali all’arrivo sulla Super Planche des Belles Filles, battendo in volata proprio Vingegaard, ma questo successo non ha lasciato tutti contenti, come dimostrano le parole di Bradley Wiggins, attuale inviato al Tour di Eurosport, sulla vittoria dello sloveno:  “Non ci sono più regali nel ciclismo. C’è stata un’era, un tempo in cui, per un accordo tra gentiluomini, la maglia gialla non sprintava per vincere la tappa. Quasi per non essere troppo avidi, ma il ciclismo ora è davvero cambiato e non ci si accontenta più”.

Come riporta VeloNews, il campione britannico continua nella sua analisi su Pogacar: “Se continua così, anno dopo anno, le persone vorranno vederlo battuto. Ci sarà un’antipatia per lui. Quindi questa è la mia unica preoccupazione per lui. È una cosa naturale che accade alle persone che dominano, che prendono fino all’ultima briciola di successo”.

FOTO: LaPresse

Exit mobile version