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Tour de France 2022, il redivivo Chris Froome è 3° sull’Alpe d’Huez. Un incentivo per allontanare il ritiro?

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Thomas Pidcock è l’uomo di copertina della dodicesima tappa del Tour de France con la vittoria sull’Alpe d’Huez, uno di quei traguardi che ti regalano di diritto la gloria imperitura. Ma poco dietro di lui, al terzo posto, abbiamo assistito all’araba felice che rinasce dalle proprie ceneri: finalmente abbiamo potuto godere di un Chris Froome che ci ha ricordato almeno un po’ della sua grandezza.

Anni complicatissimi per l’ormai trentasettenne della Israel-PremierTech. Sembra passata un’epoca da quando dominava sulle strade della Grande Boucle, o da quella indimenticabile azione sul Colle delle Finestre che ribaltò il Giro d’Italia. Invece era solo il 2018; la stagione successiva arrivò l’infausta caduta al Delfinato, riportando varie fratture e lesioni interne che lo hanno irrimediabilmente condizionato. Difatti da allora non abbiamo più avuto il piacere di rivedere davvero uno dei più grandi ciclisti dell’ultimo decennio, capace di arrivare per quattro volte in giallo a Parigi, ma solo una pallida e tenera imitazione.

Ci voleva una giornata con tre GPM ‘hors-categorie’ per riportarci un britannico competitivo. Per la prima volta dopo tanto tempo forse ha sentito le gambe che giravano in maniera diversa, con più ritmo. Proprio allora ha capito che quello era il momento di dare un altro bel pugno in faccia al destino. Il primo è stato assestato già nel 2020, quando è tornato in sella da quel tremendo incidente, proprio con la speranza nel cuore di poter ritrovare un minimo di competitività.

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Oggi quella competitività l’ha sentita, l’ha avvertita. E ha deciso di attaccare. Forse in cuor suo Chris sognava di emulare un altro Colle delle Finestre, di scrivere un’altra pagina di storia del ciclismo contemporaneo. Alla fine invece si è dovuto accontentare del terzo posto: ironico che il successo sia arrivato per il ‘ragazzino’ Pidcock, con indosso la maglia che lo ha reso grande. Froome però è riuscito nel suo intento, dando una dimostrazione che il suo spirito non è ancora domo. Chissà che con questo ruggito non possa almeno passargli per la testa che forse merita almeno un altro tentativo per essere protagonista, allontanando lo spettro del ritiro che pare imminente. Per chiudere la carriera alle sue condizioni.

Foto: LaPresse

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