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Wimbledon 2022: harakiri Taylor Fritz, Rafael Nadal in semifinale anche contro i guai fisici

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Rafael Nadal torna in semifinale a Wimbledon a tre anni di distanza dall’ultima volta. Lo spagnolo va oltre un set di svantaggio (due volte) e guai presumibilmente addominali manifestati tra primo e secondo parziale, in virtù dei quali ha modificato buona parte del proprio gioco, e batte l’americano Taylor Fritz per 4-6 7-5 3-6 7-5 7-6(4), andando così a sfidare Nick Kyrgios in semifinale, a otto anni dal confronto che rivelò al mondo l’australiano negli ottavi e sul Centre Court. Per lo statunitense partita che si aggiunge a quelle sulle quali riflettere molto, perché ricorda molto da vicino quella che perse agli Australian Open 2021 contro Novak Djokovic infortunato (e che, menomato, avrebbe poi vinto il torneo). E, soprattutto, denota come, seppur fortissimo, palesi limiti importanti su più livelli.

Il primo set parte subito male per Fritz, che la battuta la cede all’istante a 30. Sembra, Nadal, piuttosto convinto dei propri mezzi, tant’è che si porta senza nessun particolare problema sul 3-1 0-30. L’americano, però, riesce a tenere quel game, gioca molto bene in risposta e si procura tre chance del controbreak. Servono anche un gran rovescio e un servizio vincente all’iberico per ritrovarsi in parità, ma il 3-3 arriva comunque. Di lì iniziano ad apparire segnali particolarmente preoccupanti per il mancino di Manacor, che lotta, continua a restare in partita, ma è costretto a cedere tutti e tre i game successivi e con essi anche il set.

Quasi più surreale il secondo parziale. Nadal sale sul 3-0, approfittando di qualche errore di troppo di Fritz, ma l’americano si riprende prontamente, colpisce profondo col dritto e si riprende il break di svantaggio. Quello che desta attenzione, però, è il fatto che l’iberico a un certo punto si pieghi sulla racchetta, provato com’è dai dolori che avverte. Inevitabile il medical time out; dall’angolo il padre gli fa degli ampi gesti, come a dire “basta, ritirati, così non ha senso”. Lui rientra dagli spogliatoi, non guarda l’angolo e, in un modo o nell’altro, sfrutta varie incertezze di gioco, e forse ancor più mentali, da parte del suo avversario per pareggiare i conti.

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Il servizio del due volte vincitore sui prati più noti al mondo (2008 e 2010) cede nel terzo gioco del terzo parziale: 30-40, doppio fallo, break di Fritz. Questa volta l’americano riesce a far viaggiare con più consistenza il dritto, mentre la media della velocità della prima di Nadal scende ancora, e va ben sotto i 170 km/h, in un processo che va avanti da varie decine di minuti. L’iberico prova a fare le cose semplici, ma nel nono gioco finisce per doversi arrendere un’altra volta: l’americano, con il 6-3, si porta di nuovo in vantaggio nel match.

Molto incerte le prime fasi del quarto set: nei primi tre giochi ci sono altrettanti break, vuoi perché Nadal continua a non poter rendere al meglio col servizio (e con tutto quel che ne consegue), vuoi perché Fritz in più di un’occasione si ritrova a gestir male gli scambi, quando non arrivano lampi della versione riadattata alla situazione del maiorchino. Sul 4-3 in proprio sfavore l’uomo che quest’anno ha vinto Indian Wells torna a togliere il servizio allo spagnolo, poi deve resistere in un nono game particolarmente difficile, dove è un dritto sulla riga a evitare che Nadal vada a servire per allungare ancora il confronto. Il problema, per Fritz, è che il break arriva lo stesso, ma sul 5-5: degli ultimi 15 punti lui ne perde 12, con l’iberico che conta sulla propria esperienza difensiva per il proprio secondo 7-5 e l’arrivo alla lunga distanza per eccellenza.

Nel quinto e decisivo parziale le cose vanno sostanzialmente sul filo della regolarità fino al 3-2. Nel sesto gioco, l’americano riesce a trovare un bel recupero fino al 40-40, ma lo spagnolo riesce a tenere senza grandi patemi la battuta. Il problema, per Fritz, arriva subito dopo: una, poi due, poi tre palle breaak da annullare, e se su due di queste è bravo, una di queste, la seconda, vede il nastro salvarlo. Lo statunitense, però, spreca anche tre possibilità per salire sul 4-3, perde uno scambio duro, poi subisce uno schema dritto-palla corta ed è 4-3 Nadal. Le cose, però, vanno in modo diverso da quel che vorrebbe lui: avanti 30-15, subisce una palla corta di Fritz, sbaglia due volte ed è controbreak. Nessuno dei due si mette più in reale difficoltà, e perciò si va al decisivo super tie-break a 10 punti.

Subito il mancino di Manacor sfrutta un’avventata discesa a rete dell’avversario per causarne la volée sbagliata in allungo e trovare il minibreak. Si tratta solo dell’inizio di un parziale molto lungo in cui Fritz appare confuso a ogni livello, con Nadal che invece fa leva su poche, ma precise opzioni tattiche. Sul 5-0 Nadal perde due minibreak su tre (volée di dritto di Fritz ed errore in lunghezza di dritto), ma ne riguadagna uno e, sul 6-3, gira lo scambio in un solo dritto dopo varie, ma poco intelligenti bordate di Fritz. Il match, di fatto, finisce qui, perché arriva molto velocemente il 10-4 che aggiunge un altro capitolo alla storia del maiorchino.

Difficilmente inquadrabili le statistiche, in virtù della situazione venutasi a creare, ma saltano all’occhio due dati particolari: il conto vincenti-gratuiti (56-35 Fritz, 56-42 Nadal), i 168 punti pari (il tennis non è matematico), i guai a rete dell’americano (57%-72% di punti vinti in quella zona), la ripresa di forza della prima dello spagnolo, che ha avuto le seguenti velocità medie nel corso dei set: 183 km/h nel 1°, 171 nel 2°, 165 nel 3°, 167 nel 4°, 175 nel 5°.

Foto: LaPresse

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