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Wimbledon 2022, Jannik Sinner: ora i progressi sono evidenti. Gli aspetti ancora da affinare

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E adesso a Jannik Sinner mancano solo gli US Open. Il novero dei quarti di finale Slam è quasi completo: soltanto a Flushing Meadows deve ancora raggiungerli, e ci è per la verità andato già vicino nel 2021. Il livello di gioco mostrato a Wimbledon, però, fa ben sperare: l’altoatesino, con l’arrivo della sua parte di stagione preferita, può legittimamente puntare a fare molto bene.

Il tutto accompagnato da una scia importante di progressi, soprattutto in chiave erbivora. Per l’altoatesino questi giorni ai Championships hanno semplicemente avuto il sapore del ribaltamento di molte prospettive legate ai prati. E questo per una semplice ragione: ha potuto iniziare a giocare partite continuativamente, cosa che nel 2021 non gli era riuscita.

La condizione s’era già vista presente e viva contro l’americano Tommy Paul a Eastbourne, ma mancava ancora l’adattamento completo alla superficie. Quello è venuto pian piano. Una vittoria tira l’altra, ed è così che arriva la fiducia. Quella che ha guadagnato con i giorni, fino a mettere fuori uso uno che l’erba la conosce come l’americano John Isner. E, in fila, anche Carlos Alcaraz. E se è vero che lo spagnolo è digiuno quasi allo stesso modo di prati, è altrettanto vero che s’è chiaramente visto in quel frangente come Sinner è riuscito a trasformarli in elemento a favore, facendo proprio quel Centre Court che è elemento a volte difficilissimo da gestire mentalmente.

Wimbledon 2022, è servito il miglior Djokovic per spuntarla su uno Jannik Sinner a cui ormai manca solo qualche dettaglio

Erano in pochi a dire che ci sarebbe stata partita contro Novak Djokovic. C’è stato di più: l’altoatesino è andato avanti di due set. Lo ha sorpreso una prima volta, mentalmente dopo il break iniziale subito, e una seconda a livello di gioco, mostrando come il suo pacchetto colpi in costruzione stia diventando decisamente buono. E questo l’ha notato anche lo stesso serbo, che a fine partita ha chiaramente fatto comprendere come l’evoluzione rispetto a Montecarlo 2021 ci sia stata, e netta.

Certo, le percentuali al servizio per adesso non restano altissime, in termini di prima in campo, ma finché c’è una buona efficacia, e soprattutto finché la seconda è una delle più pericolose di tutto il circuito, questo aspetto lo si può affinare senza tanti problemi, dal momento che sia col dritto che con il rovescio ha già un bagaglio di soluzioni tale da tenere a bada sostanzialmente tutti i giocatori di livello inferiore. Così come si possono affinare dei dettagli a rete. E su questo punto c’è dell’attenzione da fare.

Sinner, infatti, col tempo è diventato sempre più bravo a usare la mano in determinate altre maniere, inserendo soluzioni di palla corta o di discesa a rete. Quello che conta adesso è farle funzionare nei momenti cruciali. Questo è successo contro Alcaraz (ci sono stati dei punti caratterizzati anche da salvataggi oltre la realtà), meno contro Djokovic. Il tempo, però, scorre, anche questo aspetto migliorerà. In breve, non è più una questione di se, ma di quando.

Ora l’altoatesino, prima di trasferirsi sul veloce USA, avrà un paio di puntate sul rosso: l’ATP 500 di Amburgo e il 250 di Umago, dove è atteso anche quell’Alcaraz che della terra vuole fare feudo e che di Sinner intende essere rivale assai accreditato. Tempo utile per affinare dettagli tattici in luoghi storici, ognuno a proprio modo, del tennis: poi arriverà l’estate americana.

Foto: LaPresse

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