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Wimbledon 2022: Novak Djokovic carbura un set, poi non fa sconti a Cameron Norrie. Sarà finale con Nick Kyrgios

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Novak Djokovic cercherà di vincere per la settima volta a Wimbledon in carriera, e dunque di avvicinarsi ancora a Roger Federer. Il recordman di settimane al numero 1 del mondo sconfigge con il punteggio di 2-6 6-3 6-2 6-4 l’ultimo dei padroni di casa rimasti, Cameron Norrie, e andrà a sfidare in finale Nick Kyrgios, con l’australiano che ha vinto i due soli precedenti disputati. Una finale Slam, però, è un’altra storia, specie se si tratta della 32a per l’uno e della prima per l’altro.

Partenza incerta di Djokovic, che concede subito due palle break e, sulla seconda, viene beffato dalla risposta di Norrie e dal suo successivo uscir vincitore nello scambio a rete: 0-1. Il padrone di casa, quasi a non aspettarsi la situazione, restituisce il break al serbo senza che questi debba fare chissà cosa. Il Centre Court ha però ancora motivo di sorridere, perché un altro brutto game del numero 1 del seeding significa 2-3 per lo sfavorito della vigilia. Djokovic continua a regalare, Norrie resta sempre solido e gli scambi li tiene eccome, strappando ancora la battuta al campione in carica. Il resto è una formalità: basta un ace a dare al beniamino di casa il parziale.

Alla ripresa delle operazioni, le cose procedono con tranquillità fino al 2-1, quando Djokovic si procura una chance di allungare, annullata però da un gran dritto in avanzamento di Norrie (con annesso challenge ben più che sbagliato dal serbo). Il britannico resiste, anche se con sempre maggiori difficoltà, fino al 3-3. Poi, sul 4-3 a favore dell’attuale numero 3 del mondo, il 15-15 rappresenta un momento decisivo, con una volée sbagliata dalla quale nasce il break subito. Il resto è un facile 6-3 a favore di Djokovic.

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Da questo momento in poi l’incontro prende una direzione ben definita. Scosso dall’aver perso il momento propizio, Norrie quasi sparisce dal campo e contemporaneamente il serbo alza i giri del motore, arrivando ovunque e governando praticamente ogni situazione di gioco. Neanche il sostegno di un campo che quest’anno ne festeggia 100 può molto: Djokovic il 6-2 se lo va a prendere con relativa facilità, vincendo il primo e il quinto game quando si trova alla risposta e perdendo soltanto tre punti al servizio.

Il quarto set inizia come il terzo: break del serbo, che di problemi sostanzialmente non se ne fa più quando è alla battuta. Sul 3-1 le cose rischiano di farsi complicatissime per Norrie, che sulle quattro chance di ulteriore fuga del suo avversario deve inventarsi punti molto belli, anche a rete, per togliersi dai guai e avere un minimo di speranza. Che, paradossalmente, arriva sul 5-4 30-30; Djokovic, però, serve troppo bene e dopo due ore e 35 minuti la seduta tennistica è tolta.

Pochi numeri per spiegare il successo almeno sotto questo punto di vista: 13 ace, 82% di punti vinti con la prima, 26/32 a rete (20/36 Norrie), insomma un Djokovic totale. L’unico dato un po’ particolare, ma solo per la definizione di risposta vincente, è lo zero su questa casella. Il che, chiaramente, non spiega altre cose di campo.

Foto: LaPresse

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