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Basket, Danilo Gallinari e la maledizione azzurra. Tutti gli infortuni che lo hanno tormentato in oltre un decennio
Su una questione ci sono scarsi dubbi: sono pochi i giocatori di grande talento nati in Italia ad aver avuto il tasso di sfortuna, in termini di infortuni, di Danilo Gallinari. Il problema occorso ieri con la Georgia, capitato appena prima di trovarsi in mezza transizione contro Burjanadze (il video mostra come, sul solito, infingardo adesivo, ci sia stato un movimento innaturale della gamba sinistra ben prima del non forte impatto) è solo l’ultimo di una lunga serie.
L’entità dev’essere ancora resa nota; quel che conforta è che, secondo quanto riportato dallo staff medico dell’Italbasket e contemporaneamente da Shams Charania di The Athletic, tra le voci più rispettate del mondo NBA, il legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro ha tenuto. Ed è quello che ha creato più problemi di qualunque altra cosa in carriera a Gallinari.
Se parliamo di storia dei suoi infortuni, si parte addirittura dal 2005, quando giocava in A2 a Pavia e, contemporaneamente, faceva da spettatore privilegiato delle partite di Milano in Eurolega. Giocò benissimo il girone di andata, ma nel ritorno ebbe un problema molto serio e dovette chiudere l’annata a 14.5 punti di media.
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All’Olimpia, nelle due stagioni 2006-2007 e 2007-2008, riuscì a non farsi mai male quando si trattava di scendere in campo. Il secondo guaio fisico, però, lo ebbe in mezzo a queste due annate. Estate 2007, Cagliari: nel finale di partita scivolò male ed ebbe qualche problema articolare. Niente di grave, ma tanto bastò per saltare gli Europei, in un avvicinamento disgraziato tra infortuni e altre vicende per la Nazionale di Carlo Recalcati.
Ai New York Knicks l’hanno fischiato, indecorosamente, una volta chiamato con la sesta scelta al draft (tema ricorrente, questo: Kristaps Porzingis ne sa qualcosa). Due partite, neanche il tempo di esprimere tutto il suo basket, e la schiena, che già in estate qualche grattacapo l’aveva creato, finì per fermarlo fino a inizio 2009. Fu l’inizio di un nuovo periodo sostanzialmente stabile, tant’è che nella stagione successiva riuscì a giocare 81 partite su 82.
Il peggiore di tutti gli infortuni, soprattutto per quello che è successo poi, arrivò però più tardi. Denver Nuggets contro Dallas Mavericks, gli stessi contro cui aveva realizzato 39 punti il 28 dicembre 2012. Qui, però, era il 5 aprile 2013. Legamento crociato anteriore rotto, stop lunghissimo. Una, poi due, poi tre operazioni, senza contare il discorso legato a un’operazione sbagliata. Il nome chiave fu quello di Richard Steadman, “il mago delle ginocchia”, che accanto ai tanti casi di interventi di successo vede il contraltare di altri che, come quello di Gallinari, non andarono bene.
Nel 2014 fu proprio l’allora uomo di punta dei Nuggets a lanciare parole al vetriolo verso colui che aveva sbagliato tutto. Il ritorno è avvenuto nel 2015. Nelle annate in cui tornò in campo, il figlio di Vittorio non ha mai disputato tutte le 82 partite, avendo bisogno di fermarsi più di una volta (nel finale della stagione 2015-2016 dovette saltare le ultime 22 partite per infortunio alla caviglia).
L’altro episodio famoso, ma nel modo sbagliato, riguardò l’estate azzurra del 2017. A Trento, contro l’Olanda, Jito Kok gli rifilò una gomitata a rimbalzo; lui rispose con un pugno che ebbe semplicemente l’effetto di causargli la rottura del primo metacarpo della mano destra. Europei addio e, per di più, problema che si è poi portato dietro anche ai Los Angeles Clippers, dove prima guai ai glutei e poi un’altra frattura a quella mano lo costrinsero a giocare solo 21 partite nella stagione 2017-2018.
Di grossissimi problemi Gallinari non ne ha più avuti, sebbene anche in chiave Nazionale qualche spavento l’abbia creato. Come quando, il 4 agosto 2019, si seppe che era stato operato di appendicite. Questo, però, non gli impedì di disputare la prima rassegna iridata dell’Italia dal 2006 a questa parte. Il ginocchio, comunque, è sempre stato tenuto sotto particolare attenzione, anche nei casi legati a infortuni di minore entità.
Adesso, il nuovo problema che sta tenendo con il fiato sospeso tutto l’ambiente azzurro. Proprio alla vigilia di quello che è l’Europeo in casa del numero 8, in quel Mediolanum Forum che lo ha visto crescere prima di diventare il giocatore italiano dalla più lunga carriera NBA, visto che i suoi 14 anni (più ulteriori almeno due con i Boston Celtics) rimarranno molto a lungo ineguagliati. Resta da capire l’entità: coach Gianmarco Pozzecco è risultato particolarmente pessimista, mentre più orientate all’ottimismo sono le parole di Marco Spissu, che ha chiaramente potuto godere di un accesso diretto alla situazione, trovandosi in spogliatoio. Le prossime ore, con la risonanza magnetica in programma, chiariranno tutto.
Credit: Ciamillo