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Ciclismo su pista, l’Italia ha ben figurato agli Europei anche con le seconde linee. E ora si profilano problemi di abbondanza

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Da Filippo Ganna a Jonathan Milan, passando per Elisa Balsamo e Chiara Consonni. Sono tra i più forti talenti dell’Italia del ciclismo su pista, ma sono anche gli assenti di lusso per la Nazionale tricolore agli ultimi Campionati Europei di Monaco di Baviera. Nonostante ciò la squadra di Marco Villa è riuscita a disimpegnarsi al meglio, conquistando grandissimi risultati in tutte le discipline.

Ora per il commissario tecnico tricolore si profilano problemi di abbondanza in vista delle prossime uscite (sono sempre quelli che un CT vorrebbe avere). Guardando già molto più avanti, infatti, per gli inseguimenti a squadre (azzurri che hanno deluso tra gli uomini, ma reduci da un 2021 da sogno, mentre eccezionale la seconda piazza continentale delle donne) alle Olimpiadi di Parigi ci potranno essere solamente cinque atleti per compagine. Bisognerà fare delle scelte e tirare fuori qualcuno. Il tutto, come visto nelle passate stagioni, sarà deciso dal giudice più imparziale: il cronometro. 

In ogni caso fanno ben sperare le prestazioni arrivate nella manifestazione del Vecchio Continente: tra gli uomini in crescita Manlio Moro, bronzo nell’inseguimento individuale, classe 2002 e prontissimo al salto di qualità. La sorpresa positiva è quella del settore della velocità, con Matteo Bianchi impressionante (2001), secondo nel chilometro da fermo.

Non sorprende Rachele Barbieri, super al femminile, vincitrice di omnium e madison, discorso simile per Vittoria Guazzini, di bronzo nell’inseguimento individuale. C’è invece da sottolineare la crescita esponenziale di Silvia Zanardi (2000), sul primo gradino del podio con Barbieri nell’americana e piazzata anche nella corsa a punti: un innesto fondamentale per la squadra tricolore.

Foto: Federciclismo

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