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Formula 1

F1, che squallore le pole fantasma e le qualifiche dei penalizzati. Riprendetevi i cavilli e ridateci le emozioni!

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“Siamo al limite. La vettura è al limite. L’essere umano è al limite. La Formula 1 è tutta qua” disse una volta Ayrton Senna. Caro Magic la speranza è che tu, ovunque sia, oggi abbia avuto di meglio da fare, evitando di seguire le qualifiche del Gran Premio del Belgio. L’attività a cui hai dedicato la tua esistenza e che ti ha prematuramente strappato a questo mondo non riguarda più solo raggiungere il limite umano e meccanico. Purtroppo non c’è più solo il cronometro con cui fare i conti, bensì anche i cavilli e i broccardi del regolamento.

A Spa-Francorchamps abbiamo vissuto una situazione surreale. Due qualifiche all’interno di una. Quella canonica e quella dei penalizzati. I piloti sono letteralmente stati divisi in caste. Quelli destinati a giocarsi la pole position e quelli, invece, obbligati a battagliare per le posizioni dalla quattordicesima alla ventesima. La congiuntura degli eventi ha voluto che ben sette uomini abbiano accumulato sanzioni legate al cambiamento di componenti della power unit. Più di un terzo della griglia è quindi stato colpito da una zavorra regolamentare che, di fatto, ha completamente svuotato di senso la lotta per la pole position.

Si può essere affascinati dalle dinamiche odierne? Il bello delle qualifiche è sempre stato rappresentato dall’adrenalina di vedere chi è il più rapido sul giro secco. Si bada alla velocità pura e, in tal senso, l’immediatezza è cruciale per definizione. Leggere il tempo, vedere il “+” o il “-“ davanti al distacco dal crono di riferimento, esultare per qualche millesimo in meno o disperarsi per un’inezia di troppo. Questa è l’essenza delle qualifiche. Questo è lo spettacolo offerto dalla sessione in cui viene determinata la griglia di partenza. Non capire se Valtteri Bottas scatterà 14° o 20° perchè ha avuto una penalità diversa dagli altri!

F1, perché Max Verstappen partirà davanti a Charles Leclerc a parità di penalizzazione: il regolamento

Oggi è sembrato di assistere a una puntata di “Un giorno in pretura” in cui viene raccontata un’udienza per stabilire chi è finito in penalità e chi no. È mai possibile che qualsiasi bellezza venga azzerata da lacci e laccioli regolamentari? La Formula Uno, almeno per chi ha avuto la fortuna di viverla prima che venisse inquinata dalle perversioni degli azzeccagarbugli, è intesa come sport, ma anche e soprattutto come emozione. C’è ancora spazio per l’intrattenimento? Oppure dobbiamo rassegnarci a vederlo sacrificato sull’altare di seriosi e polverosi faldoni?

Intendiamoci, stiamo parlando della scoperta dell’acqua calda. È così da anni. Le prime pole position “virtuali” risalgono al 2005. Fu proprio quello il momento in cui nacquero le penalizzazioni per il cambio dei motori, destinati a durare più di un weekend. Però oggi il vaso è traboccato a causa della proverbiale goccia (d’acqua calda).

Il fatto patetico è che il numero chiuso di power unit viene venduto come necessario per contenere i costi. Come disse James Hunt in diretta TV durante il Gran Premio di Monaco 1989: “Bullshit!”. Perdonate il turpiloquio, ma quando ci vuole ci vuole. Se si sente una corbelleria di portata immane, non ci può essere una reazione differente.

Si vogliono contenere i costi riducendo il numero di unità motrici, ma intanto si concepiscono calendari a 24 o 25 Gran Premi, senza neppure uno straccio di pianificazione geografica, con conseguente esplosione delle spese di viaggio (intercontinentale)? Però se in un anno si usano tre centraline elettroniche e non due è uno spreco, quindi si viene penalizzati. Ipocrisia pura!

Cari padroni del vapore, se questa è la F1 di oggi ne prendiamo atto. Se fa successo ce ne faremo una ragione. Consentite però, a chi appartiene alla vecchia guardia, di dirvi che potrete anche produrre decine di puntate di “Drive to survive”  o scrivere migliaia di ammiccanti post sui social network pieni di emoji, ma nulla di tutto ciò sarà mai in grado di pareggiare l’emozione data da una sfida per la pole position che sia di immediata comprensione.

Gli appassionati, quelli veri, se ne fregano dell’interpretazione olistica dei regolamenti. Non vogliono vedere delle qualifiche tramutate in un esame della facoltà di giurisprudenza! Vogliono vedere il proprio beniamino portare al limite la sua monoposto. Vogliono godere o bestemmiare per una questione di millesimi. Vogliono vivere ed emozionarsi. La Formula 1 ERA tutta qua.

Foto: La Presse

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