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F1, Ferrari in difficoltà in Belgio e Red Bull superiore: una F1-75 sottotono

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La Ferrari esce dal Gran Premio del Belgio battuta su tutta la linea dalla Red Bull. Sul piano prestazionale non c’è proprio stata partita tra la F1-75 e la RB18. Mai, in questo 2022, si erano viste le Rosse in difficoltà come a Spa-Francorchamps. A Imola, altra gara estremamente complicata, Charles Leclerc aveva comunque conteso la seconda piazza a Sergio Perez. In Ungheria, dove nel finale il Cavallino Rampante è naufragato, il monegasco ha anche comandato il gruppo. Nelle Ardenne, invece, il Drink Team ha sovrastato la Scuderia del Drake senza possibilità di replica.

Viene il dubbio che l’ormai proverbiale direttiva tecnica 39, quella voluta dalla FIA per ridurre il porpoising, abbia avuto un impatto maggiore sulla F1-75 che sulla RB18. Oppure a Milton Keynes hanno adeguato la monoposto in maniera decisamente più efficace rispetto a quanto fatto a Maranello. Comunque sia, in termini di performance pura, Ferrari non si era mai ritrovata così indietro rispetto a Red Bull. La ragione dice di aspettare a balzare alle conclusioni relative alle conseguenze della direttiva tecnica 39, perché bisognerebbe avere punti di riferimento differenti rispetto a Spa-Francorchamps. In tal senso, Zandvoort potrebbe dare già un responso più aderente alla realtà dei fatti.

Realtà dei fatti che, però, non può neppure essere ignorata. Questa ci dice come le Rosse abbiano vinto solo 4 gare su 14, a fronte di 10 affermazioni del Drink Team. I 98 punti di distacco di Charles Leclerc da Max Verstappen e i 118 nella classifica costruttori non sono figli solo di errori o sfortuna. Ha detto benissimo il monegasco dopo il ritiro patito in Francia: “Se perderò il Mondiale per 32 punti saprò che è stata solo colpa mia”. Vero, ma il senso sottinteso e implicito è un altro, ovverosia “se perderemo per un distacco maggiore, le mancanze non saranno solo mie, ma anche del team”.

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La Ferrari approcciava il 2022 con grandi speranze e ambizioni dopo un 2020 infernale e un 2021 di purgatorio. L’esito del Gran Premio del Bahrain era sembrato spalancare i cancelli del paradiso alla Scuderia di Maranello, ma si è trattato di un risultato illusorio. Il Cavallino Rampante è uscito dai blocchi meglio del Toro, ma da Imola in poi non c’è più stata partita sul piano fattuale. Dal quarto round stagionale, per una ragione o per un’altra, le Rosse hanno vinto solo una gara su sei.

Il muretto ne ha combinate di tutti i colori, ma se non hanno sbagliato gli strateghi, lo hanno fatto i piloti. Oppure le power unit sono andate a fuoco. Se poi inizia a perdere colpi anche il Reparto Corse (gli aggiornamenti presentati in Belgio si sono rivelati indiscutibilmente inefficaci), allora si può anche alzare bandiera bianca. Il 2022, per ora, ha certificato un fatto. Ferrari ha lavorato bene per uscire dalla buca in cui era finita, ma l’attuale forza della Scuderia non è ancora sufficiente per vincere il Mondiale. Appuntamento rimandato all’anno prossimo. Ancora. Intanto il tempo passa e l’ultimo Iride resta sempre quello di Kimi Räikkönen, datato 2007

Foto: La Presse

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