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F1, Mattia Binotto: “Cambiare le regole è da irresponsabili, non è giusto!”

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Mattia Binotto non ci sta. Come è noto, la FIA ha apportato tutta una serie di modifiche regolamentari per contrastare il fenomeno del porposing. A partire già dal prossimo GP del Belgio (26-28 agosto) i team dovranno rispettare una certa metrica legata al comportamento delle monoposto e la direttiva tecnica imposta dalla FIA, secondo alcuni tra gli addetti ai lavori, dovrebbe avere delle conseguenze negative su Ferrari e su Red Bull. In più, le norme hanno subìto delle variazioni per il 2023 con vetture più alte di 15 millimetri, dovendo rispettare un peso minimo di 796 kg.

Da questo punto di vista il Team Principal della Rossa ha manifestato a più riprese la sua contrarietà. Poco dopo il GP d’Ungheria, l’ultimo disputato prima della pausa estiva, Binotto aveva espresso un chiaro disaccordo soprattutto relativamente al mutamento del quadro dell’anno venturo: ” Non si può arrivare all’ultimo minuto e fare dei cambi così significativi, quando abbiamo anche ore di gallerie limitate e un Budget Cap ormai i concetti vettura sono fatti e le monoposto sono impostate. Se qualcuno cambiasse qualcosa mi sembrerebbe davvero folle come approccio e come decisione“.

Tornando sulla questione, in un’intervista concessa ad Auto, Motor und Sport, il Team Principal della Ferrari ha aggiunto altri concetti: “Si è voluto giustificare l’intervento sul fondo della vettura per questioni di sicurezze che però non sussistono. Non è assolutamente giusto e le ultime gare lo hanno dimostrato. E’ irresponsabile nei confronti dei team introdurre nuove regole nella seconda parte di stagione quando non c’è alcun motivo plausibile“.

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Un contesto, nei fatti, diviso sull’adozione delle nuove regole: oltre a Ferrari, erano contrarie anche Red Bull, AlphaTauri, Williams, Haas e Alfa Romeo, mentre d’accordo con la FIA Mercedes, McLaren, Alpine e Aston Martin. A questo vedremo se già da Spa-Francorchamps (Belgio) gli equilibri in termini di prestazione saranno diversi.

Foto: LaPresse

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