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F1, Mattia Binotto: “Complicato il ruolo di Team Principal, non ci sono problemi con chi elabora le strategie”

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Siamo giunti al giro di boa del Mondiale 2022 di F1 e la Ferrari ha lasciato l’Ungheria, sede dell’ultimo round del campionato con non poca amarezza. Il quarto posto dello spagnolo Carlos Sainz e il sesto del monegasco Charles Leclerc hanno affossato ancor di più le ambizioni del Cavallino Rampante, vista l’affermazione di un eccellente Max Verstappen, capace di imporsi nonostante una partenza dalla decima casella.

La Rossa ha evidenziato in questi primi dodici appuntamenti il fatto di avere a disposizione una grande macchina, sul piano della prestazione, ma di non avere le qualità per sfruttarla sempre al meglio per tutta una serie di errori commessi in questa prima parte del campionato.

Ad analizzare la questione è stato Mattia Binotto, Team Principal della Ferrari, che in un’intervista esclusiva a Roberto Chinchero, su Motorsport.com, ha chiarito alcuni punti critici legati alla gestione sportiva della scuderia di Maranello nel Mondiale.

F1, Mattia Binotto: “La Ferrari è forte con la strategia. Potevamo vincere 5 gare in più. Rifarei Monaco”

In F1 non esiste la bacchetta magica. In realtà non credo che ci sia voluto un anno o due, quello che stiamo ottenendo in questa stagione è il risultato di un percorso iniziato molto tempo fa, precisamente nel 2017. Lì è iniziato un costante lavoro di crescita che ha sempre avuto come obiettivo il migliorare noi stessi, un processo che ha coinvolto l’organizzazione, le competenze, l’esperienza, la metodologia, gli strumenti e le risorse, dal simulatore alla galleria del vento ed altro ancora. Quindi ci è voluto del tempo, e credo sia stato un lungo viaggio. Ora, potresti dire, va bene, avete iniziato bene nel 17, 18 e 19, ma poi c’è stato il 2020 che può essere considerato un passo, anzi, tre passi indietro. Come mai? Penso che nel 2020 abbiamo semplicemente incasinato il nostro progetto, e poi tutto è stato congelato all’inizio della stagione“, ha sottolineato Binotto parlando di come sia evoluto il percorso di crescita nel Reparto Corse.

Dal suo avvento in qualità di Team Principal, è accaduto questo: “Non c’è stato il tempo necessario per riorganizzarci. Abbiamo cercato di farlo a campionato in corso (2019), iniziando dall’ufficio tecnico, ma semplicemente penso che nel 2020 abbiamo pagato la necessità di dover resettare e riorganizzarci“.

Binotto ha poi voluto rispondere a chi ha sottolineato il vantaggio della Ferrari nel progettare la vettura 2022 con tempi diversi rispetto a Mercedes e Red Bull: “Non credo sia considerazione ingiusta, ma neanche corretta. Abbiamo iniziato a sviluppare l’auto del 2022 tutti nello stesso periodo, ovvero a gennaio 2021, quando finalmente è stato possibile iniziare a simulare e ad entrare nelle gallerie del vento con le nuove auto. Prima non potevamo farlo. Quindi è una questione di quante risorse e priorità vengono assegnate al progetto. È probabile che le due squadre che stavano lottando per il campionato 2021 abbiano dovuto apportare ulteriori sviluppi nel corso della scorsa stagione, ma anche abbiamo lavorato più del previsto sulla vettura della scorsa stagione poiché eravamo in lotta con la McLaren e lo siamo stati fino alla fine del campionato“.

Una Rossa che quindi come si prospetta alla seconda parte del 2022?Ci aspettiamo sviluppi sull’ibrido prima dell’inizio del periodo di congelamento, ci stiamo lavorando, ma non sarà un punto di svolta. Errori nelle strategie? Come prima cosa, credo che ci sia sempre un modo per migliorarsi, non puoi essere perfetto e non lo sarai mai. Non ho dubbi sulla necessità di fare sempre dei passi avanti, dobbiamo migliorarci sull’aerodinamica, sul telaio, sulla power unit, sulla strategia e tutti gli aspetti che si possono migliorare. Detto questo, credo di avere una grande squadra che si occupa della strategia e non credo sia un nostro punto debole. Gare come Monaco, Silverstone o Paul Ricard sono state giudicate problematiche su questo fronte, ma io non vedo il gruppo come un problema, perché credo che abbiamo anche preso decisioni giuste“.

L’obiettivo del Team Principal è il seguente: “Sono convinto che abbiamo il potenziale per vincere delle gare, e non significa che dobbiamo cambiare approccio, non c’è una bacchetta magica in F1. Abbiamo dimostrato che possiamo fare un buon lavoro e a questi obiettivi ci si arriva passo dopo passo, facendo esperienza e crescendo. Il nostro obiettivo era tornare ad essere competitivi, ed essere tali per l’intera stagione. Abbiamo iniziato bene, e finora siamo rimasti competitivi grazie ad un buon lavoro di sviluppo della monoposto. Quindi sì, fino ad oggi stiamo raggiungendo quelli che erano gli obiettivi iniziali. La pressione… beh, se si è la Ferrari ci sarà sempre, è qualcosa che non possiamo cambiare perché fa parte di ciò che questo marchio rappresenta in termini storia, ed è ovvio che ci siano sempre grandi aspettative. Dobbiamo semplicemente convivere con la pressione, perché non scomparirà mai. E penso che anche questo aspetto faccia parte della capacità di una squadra, lasciare la pressione all’esterno e restare concentrati”.

E sul suo ruolo di gestore, c’è l’ammissione: “Ogni singolo giorno è complicato. Credo che non sia stato un viaggio facile quello che ho iniziato nel 2019, quando sono stato nominato Team Principal. Abbiamo attraversato il 2020, un periodo molto difficile, ed anche che stiamo lottando per i massimi traguardi abbiamo vissuto gare in cui non siamo riusciti ad ottenere ciò he avrebbe permesso il potenziale della monoposto“.

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