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Marcell Jacobs, il Messia che ha cambiato il mondo. Quando è sano, vince sempre

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Adesso ci stiamo abituando…Sino a prima delle Olimpiadi di Tokyo 2020 sembrava impossibile pensare ad un italiano capace di vincere con regolarità nei 100 metri, storicamente il regno di americani e caraibici. Un’eventualità così remota da non riuscire a fare capolino neppure nei sogni più reconditi. Poi è arrivato lui, il Messia dell’atletica tricolore: Marcell Jacobs. E da quel magico ed a tutt’oggi commovente 1° agosto 2021 nulla è più come prima. Sull’onda dell’entusiasmo, il movimento è rifiorito. Il campione olimpico è diventato la bussola imprescindibile da seguire, il deus ex machina a cui ispirarsi.

Qualcuno, soprattutto i media anglosassoni, avevano insinuato che il classe 1994 fosse una meteora, magari emersa grazie a qualche aiutino illecito. Eppure i risultati non mentono: quando sta bene, Marcell Jacobs vince sempre. Dopo l’apoteosi a cinque cerchi, lo scorso inverno l’azzurro si era laureato campione del mondo dei 60 metri indoor, firmando il record europeo in 6″41 e sconfiggendo gli americani Christian Coleman e Marvin Bracy. Ora il suggello continentale, arrivato al termine di una travagliatissima stagione all’aperto, in cui gli unici, veri avversari del nostro fuoriclasse sono stati gli infortuni.

Tutto era iniziato ad inizio maggio, con quella trasferta a Nairobi inizialmente non programmata. Ma una condizione di forma già eccellente e l’altitudine avevano indotto Marcell ed il suo staff tecnico a prendere parte al Meeting che si svolge nella capitale del Kenya. Quella gara, Jacobs, non la disputò mai a causa di una gastroenterite che lo debilitò, svuotandolo completamente di energie. Successivamente cominciarono a susseguirsi i problemi muscolari, con tanto di vana corsa contro il tempo per partecipare ai Mondiali di Eugene, dove il detentore del primato europeo in 9″80 diede forfait in semifinale. Viene da chiedersi come sarebbe andata senza quella trasferta in Africa che, a posteriori, si è rivelata controproducente.

Anche oggi non è mancato un brivido, con quella fasciatura al polpaccio apparsa poco prima dell’inizio della finalissima: una semplice contrattura, come ha poi rivelato il nativo di El Paso. Non è un caso che il vero Jacobs si sia visto in semifinale, quando ha incantato con la sua proverbiale fase lanciata: senza il voluto rallentamento conclusivo, è facile prevedere che il cronometro si sarebbe fermato sotto i 9″90.

Nonostante gli infortuni, Jacobs chiude la stagione con due ori pesantissimi in bacheca: se fosse stato sano, la tripletta con il Mondiale sarebbe stata tutt’altro che utopistica. Non resta che augurarsi di ritrovare un Marcell Jacobs completamente integro nel prossimo biennio che porterà alle Olimpiadi di Parigi 2024. Perché “quando sto bene, so che posso fare grandi cose“. E, quando hai vinto i 100 metri, sai che puoi anche rivincerli. Il mondo è cambiato grazie al Messia.

Foto: Livephotosport

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