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MotoGP, la Sprint Race fa discutere. C’è però già molta più chiarezza rispetto alla Formula 1

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La decisione di Dorna, Irta e Fim di istituire la Sprint Race in MotoGP dal 2023 continua a dividere l’opinione pubblica tra appassionati e piloti, con chi si schiera a favore e chi contro la grande riforma. Tra i centauri, i principali sostenitori del progetto sono Marc Marquez, Jack Miller e Joan Mir. Viceversa, i più critici sono Fabio Quartararo e Aleix Espargarò. D’altronde si tratta di una novità epocale, inevitabile che se ne discuta animatamente.

Cionondimeno, bisogna dare atto al management del Motomondiale di essersi mosso in maniera ben più razionale e organizzata rispetto a quello della F1 quando si è trovato ad affrontare il medesimo tema. Dorna ha già messo nero su bianco tutto quanto c’è da sapere in merito alla mini-gara del sabato, senza lasciare zone grigie in termini regolamentari e concettuali. In primis la Sprint Race è stata “istituzionalizzata” quale parte integrante di ogni weekend, mentre nel Circus viene proposta occasionalmente, senza peraltro che vi sia un progetto di forma definita in merito. Lo dimostra come per il 2022 fossero inizialmente state annunciate 8 Sprint, poi ridotte solamente a 3.

In secondo luogo, Dorna e Fim hanno già spiegato come, statisticamente parlando, la Sprint Race verrà trattata quale nuova entità. Passare per primi sotto la bandiera a scacchi non comporterà ottenere un’affermazione in MotoGP, bensì un successo in una Sprint. Come è logico che sia, essendo qualcosa di differente da un Gran Premio. Eppure, in F1, a questo passo non ci si è ancora arrivati. Anzi, si sta facendo un’enorme confusione. Nel 2021 il vincitore della Sprint veniva accreditato di una pole position (perché si guadagnava la prima casella di partenza nel GP domenicale), mentre nel 2022 la Sprint è a tutti gli effetti clandestina, in quanto primeggiarvi non comporta alcun riconoscimento. Un autentico paradosso da correggere in fretta, ma che non sembra essere tra le priorità di chi gestisce il Circus.

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Infine nel Motomondiale si sono avute da subito le idee chiare in merito al valore da assegnare. Metà distanza? Metà punti! Arrotondati per difetto e adeguati di conseguenza. Quindi smuoveranno la classifica iridata i primi nove, secondo la sequenza 12-9-7-6-5-4-3-2-1. Anche in questo caso, lezioni di pianificazione alla F1, dove lo scorso anno venivano accreditati punti solamente ai primi tre, seguendo lo schema 3-2-1. Una presa in giro, corretta poi in 8-7-6-5-4-3-2-1 per il 2022, ma ancora lontana dall’optimum e dalla coerenza in termini di proporzioni.

Insomma, la MotoGP sarà anche in crisi di popolarità, ed è proprio questa la ragione per cui si è deciso di istituire la Sprint Race. Tuttavia bisogna dare atto a chi gestisce la categoria di avere qualità manageriali e una chiarezza di intenti ben superiore a quella di chi, invece, guida una F1 capace di far presa su un pubblico più ampio, ma si sta dimostrando ampiamente più confusionario. Un’ingiustizia, poiché come talvolta accade “chi ha il pane non ha i denti e chi ha i denti non ha il pane”.

Foto: MotoGPpress.com

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