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Nuoto, Europei 2022: le super pagelle dell’Italia. Il migliore è Thomas Ceccon! Paltrinieri, Quadarella e Pilato non tradiscono. Panziera, che bis!

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LE PAGELLE DELL’ITALIA

ALBERTO RAZZETTI 9: Non era facile rompere il ghiaccio nella piscina di casa, nella giornata di apertura, con una finale nella specialità dove non erano andate troppo bene le cose ai Mondiali. Ha ritrovato la verve dei giorni migliori e nella seconda parte dei 400 misti ha fatto saltare in banco. Nei 200 farfalla ha seguito le orme di Milak in una pratica che forse gli è costata l’argento, che poi è arrivato in un. convulso 200 misti nel quale ha solo sfiorato il colpaccio. Protagonista assoluto

PIER ANDREA MATTEAZZI 7.5: Una grande gara nei 400 misti del veneto che è sempre lì, a lottare per traguardi di alto livello, crescendo poco per volta ma in modo costante. Carattere, determinazione, capacità di soffrire e spirito di sacrificio. Un esempio di come si può costruire una grande carriera passo dopo passo. Fallisce la finale bis nei 200 ma il suo lo aveva già fatto.

PIERO CODIA 5.5: Due gare veloci a farfalla e due finali mancate. I tempi di Glasgow sembrano lontani ma quest’anno ha cambiato tutto e, alla lunga, potrebbe trarre qualche vantaggio. Peccato perchè soprattutto nei 50 prometteva benissimo in batteria.

SILVIA DI PIETRO 8: Ha disputato due finali davanti al suo pubblico, è salita sul podio nella staffetta mista mista, si è migliorata o ha avvicinato il personale in quasi tutte le gare, in alcune delle quali non avvicinava i suoi personali da anni. E’ mancato il podio individuale, è vero, ma per impegno e qualità è stata davvero encomiabile.

CHIARA TARANTINO 8: Il quarto posto nei 100 stile libero con il record personale è il miglior risultato ottenuto da un’italiana in quella che viene considerata da tutti la regina delle gare. Quello è il suo piccolo capolavoro, poi migliora il personale anche sui 50 e alla lunga paga un po’ dazio alla fatica, perdendo progressivamente brillantezza e non riuscendo a dare tutto il suo apporto alle due staffette. Resta un grande Europeo, il suo.

FEDERICA TOMA 5: Il suo Europeo si chiude, di fatto, dopo la prima metà della batteria dei 200 dorso. Una prima parte di gara all’arrembaggio e poi si perde, rischiando la qualificazione in una semifinale dove, poi, non entra mai in gara, chiudendo ultima, staccatissima dalle altre. A quel punto perde fiducia e non riesce ad essere protagonista come avrebbe voluto sia nei 50 che nei 100, dove era andata molto bene un mese prima a Ostia. Avrà modo per rifarsi, è giovanissima.

NICOLO’ MARTINENGHI 9.5: E’ il più forte e lo dimostra ogni volta che entra in vasca. Quando gli altri alzano l’asticella, lui va oltre. Domina la finale dei 100 e anche quella dei 50, risulta decisivo per le medaglie della mista maschile e della mista mista, ha le caratteristiche del leader e forse presto lo diventerà anche formalmente di questo gruppo. Voleva scendere sotto i 58″ e non ci è riuscito di poco, ha m igliorato il record italiano n ei 50 dove non ha trovato al suo fianco Peaty e questo lo ha fatto un po’ arrabbiare ma non sbarellare.

FEDERICO POGGIO 8: Un anno fa disputava la semifinale olimpica, poi il buio a causa di un serio infortunio che lo ha costretto a saltare tutta la prima parte della stagione. Si riprende in tempo per vivere un sogno: non si fa sfuggire l’occasione e, con il personale, per la prima volta sotto i 59″, va a prendersi un argento da sogno nei 100 rana, alle spalle di quel Martinenghi con cui ingaggiava lotte senza quartiere nelle giovanili. 

SIMONA QUADARELLA 9: A pochi minuti da casa, nella piscina di casa, con amici e parenti che la sospingono e sostengono non era facile rispettare i favori del pronostico. Lei ci è riuscita con una grinta e determinazione straordinarie. Diventa la nuotatrice italiana più medagliata di sempre e, se le fosse riuscita la rimonta su Gose nei 400, avrebbe raggiunto nientemeno che Alexander Popov nel numero di titoli continentali vinti.

MARTINA RITA CARAMIGNOLI 8: La sua è una medaglia commovente e esaltante al tempo stesso. Forse l’ultima grande manifestazione, nella piscina di casa, e arriva una medaglia di bronzo tutta grinta e cuore che impreziosisce una stagione non facile, in cui la stanchezza ha prevalso sull’entusiasmo di fare la cosa che le piace di più al mondo. Potrebbe anche continuare, quella di Roma resterà una perla preziosa.

ALICE MIZZAU 6.5: Inizia piano, con un paio di controprestazioni in staffetta, poi si mette in carreggiata. Bene la prova individuale dove entra in semifinale, benissimo la frazione della 4×200 stile libero che le permettono di risalire sul podio dopo tanto tempo.

LINDA CAPONI 7: Svolge il suo compito al meglio in staffetta sia in batteria sia in finale, tenendo nel mirino le big della specialità

NOEMI CESARANO 6: Per lei un Europeo in calando. Parte bene nella staffetta 4×200 ma poi non riesce ad esprimersi al meglio nelle due gare individuali.

ANTONIETTA CESARANO 7.5: L’Italia potrebbe aver trovato quella mezzofondista veloce che le manca soprattutto su 200 e 400. Bene in staffetta femminile dove non si arrende anche quando tutto sembra perduto, bene nella staffetta mista dove va a prendersi la prima medaglia internazionale e benissimo anche sui 400 dove conquista una finale tutt’altro che scontata.

LORENZO GALOSSI 8.5: Da una parte la stanchezza che inizia a sentirsi al termine di una stagione lunga e ricca di impegni, dall’altra l’entusiasmo e il carattere di un ragazzo che, a soli 16 anni, entra in modo fragoroso, con due medaglie e tre finali, nel nuoto dei grandi. Splendido negli 800, dove applica una tattica da veterano che annichilisce Romanchuk, non uno qualunque, bene soprattutto al mattino nella 4×200, non protagonista come avrebbe voluto nei 400. Resta un Europeo indimenticabile per lui.

GABRIELE DETTI 6: Torna sul podio con la 4×200 ma il suo Europeo di qualità finisce lì. Disputa altre due finali, 800 e 400 ma non riesce ad esprimersi al meglio, perdendo il filo troppo presto. Da ricostruire, anche se qualche segnale positivo si intravede.

STEFANO DI COLA 8: L’argento azzurro nella 4×200 porta la sua firma. Si inventa un capolavoro nell’ultima frazione, in particolare nell’ultima vasca e per poco non infila anche Milak. Centra anche la finale nei 200 dove chiude al sesto posto (forse la sua gara peggiore la finale) e in chiusura sale anche sul podio della 4×200 mista. Un Europeo da ricordare.

MARGHERITA PANZIERA 9: In Europa è vincente come poche altre e lo dimostra nella piscina di casa, lei che a Roma ormai ci vive da anni! Nei 200 entra in vasca sorridente, come dovrebbe fare sempre, e sbaraglia la concorrenza fin dalla prima vasca. Un dominio assoluto e una piccola pagina di storia: la seconda azzurra dopo Federica Pellegrini (poi arriverà anche Quadarella) a vincere tre titoli consecutivi nella stessa gara, la prima in una specialità diversa dallo stile libero. Nei 100 concede il bis inatteso alla vigilia, facendosi trovare pronta a sfruttare condizioni favorevoli e la fortuna c’entra poco.

THOMAS CECCON 10: E’ l’uomo dei Campionati e non solo in casa Italia. Dopo l’esplosione di Budapest. non era facile mantenere concentrazione e condizione e lui ci riesce perfettamente. Una magia dietro l’altra, 50 farfalla e i “suoi” 100 dorso a livello individuale, 4×100 stile e 4×100 mista in staffetta, senza contare gli argenti nella 4×100 mista mista e nei 50 dorso non senza un pizzico di rammarico. Gli scettici sulle sue qualità sono scomparsi: è un campione vero i cui confini possono essere disegnati solo da chi si occupa del programma delle grandi manifestazioni.

LISA ANGIOLINI 8: La perla vera resta l’1’06″00 fatto al mattino in batteria che le apre la strada verso la qualificazione in finale nei 100 rana. E’ un tempo che sarebbe valso il podio al Mondiale di Budapest e che lascia fuori dalla semifinale due campionesse come Castiglioni e Carraro. Una volta in finale si scatena e addirittura accarezza il sogno di andare a battere Benedetta Pilato che respinge il suo assalto. Una medaglia d’argento preziosa e prestigiosa che può cambiare tutto in una stagione che sembra non finire mai e che il prossimo anno le permetterà di partire alla pari con le rivali che guardava dal basso verso l’alto

BENEDETTA PILATO 8.5: Un altro oro nei 100, a conferma che quella è la nuova frontiera. Il carattere non le manca. Nella gara olimpica respinge l’assalto della compagna e rivale Angiolini per andarsi a prendere il titolo continentale e nel 50 le manca pochissimo per ribaltare la condizione di non favorita contro il “cavallo di ritorno” Ruta Meilutyte. Il carattere non le manca, la classe e il lavoro ci sono: il presente e il futuro parlano tarantino.

ALESSANDRO MIRESSI 8.5: Il suo lo fa, sfiora il record italiano sia in batteria che in finale dei 100 stile libero ma quando, nella tua gara, esplode un fenomeno della portata di Popovici non puoi fare altro che metterti in coda, aprire l’ombrello, aspettare che smetta di piovere e che il dominatore lasci qualcosa anche a te. Il bronzo nei 100 stile, la “gara dei campionati” è già tanta roba ma lui si prende altre due medaglie d’oro nelle staffette maschili, riscrivendo la storia di queste due specialità (4×100 stile e 4×100 mista) e ritagliandosi un posticino nella storia.

LORENZO ZAZZERI 7: Un oro nella 4×100 stile libero, due finali individuali, eppure un po’ di rammarico c’è perchè sembrava arrivato il momento di prendersi una grande soddisfazione individuale che, invece, non arriva. La condizione non era quella di Budapest anche se i tempi sono stati tutto sommato in linea con le aspettative. Le basi sono ottime, gli serve quello scatto in più per essere performante nella gara più importante.

ELENA DI LIDDO 6: Arriva un’altra medaglia in staffetta che le permette di non andare a casa a mani vuote. Non è nella sua versione migliore e si vede nelle gare individuali dove fallisce l’ingresso in quella che sarebbe stata la sua terza finale consecutiva nei 100 farfalla e che le fa perdere il posto in staffetta mista. E’ quella che più di tutte ha pagato lo scotto del lockdown ma ha classe e volontà sufficienti per risollevarsi.

COSTANZA COCCONCELLI 7: E’ reduce da infortunio e non può essere al meglio ma riesce comunque ad essere protagonista, gareggiando in tutte le sue specialità che sono tante e prendendosi qualche soddisfazione. Peccato per le medaglie sfiorate nelle due 4×100 stile libero.

LORENZO MORA 7 Personale e finale europea nei 200 dorso con il successo in semifinale per il dorsista modenese che si toglie finalmente di dosso l’etichetta di nuotatore di vasca corta. Nella finale ci prova ad entrare in gioco per il podio ma perde quella brillantezza che non ritroverà più nelle altre gare. resta comunque un passo avanti molto importante il suo.

MATTEO RESTIVO 7: Obiettivo centrato. Un’altra finale per il dottore friulano di stanza a Firenze che trova spesso l modo per essere protagonista ad alto livello anche se il nuoto resta ,la sua valvola di sfogo. Punta a ripetere l’exploit di Glasgow e non ci va lontano. Lui c’è sempre

FEDERICO BURDISSO 5.5: Il suo Europeo, a livello individuale, si ferma alla batteria dei 100 farfalla in cui riesce ad eliminare Piero Codia con un tempo di valore. In semifinale commette qualche sbavatura e resta fuori di poco. La rabbia del dopo-gara lascia intendere quanto ci tenga a far bene su questa distanza e di quanto ci tenesse a partecipare all’ennesimo trionfo della 4×100 mista di cui si sente parte integrante. Il flop dei 200 farfalla è frutto un po’ di questa rabbia, un po’ di una condizione che quest’anno non è mai decollata. E’ un patrimonio del nuoto azzurro e va preservato.

SILVIA SCALIA 8: Prima medaglia individuale all’Europeo, record italiano sbriciolato nei “suoi” 50 dorso e riesce finalmente ad essere protagonista ad alti livelli anche sui 100. La “cura Giunta” funziona, eccome: ci sono ancora ampi margini di miglioramento che vanno sfruttati per cercare di essere competitiva anche su ambito mondiale e non solo europeo. L’argento non è un rammarico: Pigree è una grande interprete della specialità e ha nuotato sotto il personale della dorsista azzurra.

LUCA PIZZINI 8 Ritrovato! Era sparito anche a causa di problemi fisici e adesso, proprio mentre sta per arrivare l’erede, torna protagonista nella gara di casa. Conquista un bronzo insperato, di carattere, il terzo di una carriera fatta di alti e bassi ma nella quale si è preso tante soddisfazioni, tra cui vedere piangere Federica Pellegrini in tribuna per lui. Un altro piccolo capolavoro di Matteo Giunta.

ANDREA CASTELLO 6 Il suo obiettivo era superare il primo turno nei 200 rana e lo centra. In semifinale per 130 metri sogna di poter centrare la finale, poi in fondo gli manca qualcosa, perde brillantezza e chiude ultimo, seppur con un tempo migliore rispetto al mattino. Da rivedere.

SARA FRANCESCHI 7: Il bronzo sui 200 misti agguantato nell’ultima gara disponibile è una piccola perla in un Europeo dove non tutto ha funzionato a dovere, forse a causa i una condizione fisica non ottimale. Non era facile salire sul podio di un 200 misto molto trafficato e lei c’è riuscita con grande determinazione. Occasione persa, invece, sui 400 dove sulla carta poteva anche giocarsela per l’oro ma si trova ben presto distante dalle pretendenti al trono. La rana la riporta in zona podio ma poi subisce il ritorno di Jakabos, battuta più volte, e si deve accontentare di un quarto posto non privo di rimpianti.

ILARIA CUSINATO 6 Con tanti problemi alla spalla non era facile salire sul podio ma partecipa anche lei alla festa, in quella che negli ultimi anni è diventata la sua gara di riferimento, i 200 farfalla. Aveva bisogno di una iniezione di fiducia che arriva puntuale anche grazie alla finale conquistata nei 400 misti. Campionessa ritrovata: ha bisogno di pace e tranquillità e di un tecnico come Giunta che l’ha messa nelle condizioni di tornare sui suoi livelli.

GREGORIO PALTRINIERI 9 Negli 800 vince da fuoriclasse assoluto. Sa vincere in tutti i modi. In volata per l’argento di Tokyo, partendo a razzo per l’oro nei 1500 di Budapest e qui cambiando marcia dopo metà gara per piegare la resistenza di due cagnacci come Maertens e Romanchuk. Non finisce mai di stupire e con lui in vasca non si finisce mai di gioire. Gli mancava il trionfo in una grande manifestazione in casa, non dimenticherà mai l’urlo del Foro Italico al suo arrivo. Nei 1500 prova a prendersi tutto dall’inizio ma si accorge ben presto che non è giornata e che invece è la giornata di Romanchuk, rinato dopo il flop degli 800. Cotinuano a darsele di santa ragione e benedetti siuano questi duelli,.

SOFIA MORINI 7 Il suo lo fa soprattutto quando viene chiamata in causa in staffetta. Nella 4×100 femminile parte terza e tocca terza al termine di una terza frazione più che dignitosa.

MANUEL FRIGO 8.5 Il tempo migliore nella staffetta 4×100 stile libero da oro resterà negli annali. Può fare gara solitaria, senza pressioni e chiude con un fantastico 47″26 che mette la ciliegina su una torta buonissima. Prezioso uomo squadra che non riesce ad esprimersi con la stessa efficacia nella gara individuale

MATTEO RIVOLTA 7 L’obiettivo era esserci in un’altra finale importante a livello individuale in vasca lunga. Lui c’è stato e ci ha provato ma il 51″6 è il tempo che ha nelle gambe e nelle braccia in questa fase. Un applauso per la determinazione e la caparbietà: è sesto in Europa ma questo risultato gli serve per conquistarsi il posto nella 4×100 mista che domina in lungo e in largo anche grazie al suo 50″75 con una subacquea da urlo e da brividi al tempo stesso.

MARCO DE TULLIO 7.5 Doppio personale e prima finale importante nei 200 stile libero dove conquista un ottimo quarto posto, in staffetta 4×200 dà il suo contributo per conquistare un grande risultato, fallisce l’appuntamento con la gara più attesa, i 400 stile dove non riesce a sopravanzare il suo ex compagno di allenamenti Detti ed esce in batteria.

ILARIA BIANCHI 6.5 La quinta finale consecutiva arriva dopo una stagione di sofferenze, di risultati che non arrivavano, di rabbia repressa. Trova il tempo giusto al momento giusto, torna ad accarezzare un sub 58″ a un anno dai Giochi Olimpici, in finale ma non si ripete e chiude al sesto posto. Arriva stanca al momento più importante, la staffetta 4×100 e la sua frazione costa il podio alla squadra azzurra.

MICHELE LAMBERTI 7: Conquista la prima finale individuale ad un Europeo in corta con due prove di sostanza nei 50 dorso finendo sempre alle spalle di Ceccon ma eliminando un rivale temibile come Lorenzo Mora. Senza fare troppo rumore cresce, un gradino per volta, anche in vasca da 50 metri anche se sui 100 non riesce a completare l’opera e si ferma in semifinale.

FRANCESCA FANGIO 5.5: Dà il meglio in batteria nei 200 rana, poi strappa il posto in finale senza convincere e convince ancora meno nell’atto conclusivo dove finisce solo sesta con un tempo nettamente superiore al suo personale. Peccato.

MARTINA CARRARO 8.5 Non riesce a qualificarsi per la semifinale dei 100 e dei 50. In altri ambiti e situazioni sarebbe stato un Europeo disastroso ma lei si inventa duecentista, sbriciola il personale, avvicina il record italiano, si inserisce nella lotta ra le grandi del continente, porta a casa un argento insperato con una distribuzione delle energie ideale e forse dà una svolta alla sua carriera che potrebbe essere più incontrata su questa distanza.

SIMONE CERASUOLO 8: Eguaglia il personale in batteria, dove era molto importante, e batte i compagni di allenamento Scozzoli e Poggio nella sfida che vale il posto in semifinale. Una situazione non facile per il più giovane del lotto che dimostra freddezza e qualità e, pur non disputando la gara perfetta, va a prendersi la prima medaglia pesantissima della carriera senior, l’argento dei 50 rana alle spalle di Martinenghi. Un sogno.

FABIO SCOZZOLI 8: Nuota il miglior tempo dell’anno nell’occasione più importante ed esce di scena per 4 centesimi. Solo applausi per il capitano.

GIACOMO CARINI 8: Protagonista in batteria dei “suoi” 200 quando elimina nientemeno che il bronzo olimpico Burdisso, protagonista in semifinale quando gareggia con determinazione ed efficacia. Non si migliora ma va a prendersi una finale nella quale non si migliora ma resta in gioco fino alla fine per una medaglia chiudendo con uno splendido quarto posto.

FRANCESCA FRESIA 6.5: L’obiettivo era quello di raggiungere la semifinale nei 200 misti ed è stato centrato. Per metà gara in semifinale resta a contatto con le prime e sogna il colpaccio, poi cala alla distanza.

ANTONELLA CRISPINO 8: Una finale Europea non è roba da tutti i giorni. Una gara giudiziosa e con tanta verve per un risultato inaspettato e di alto livello.

MATTEO CIAMPI 6.5: Pur non riuscendo a disputare una frazione al massimo delle sue potenzialità, si mette al collo una medaglia continentale e riesce comunque ad essere protagonista in un Europeo che non gli ha riservato particolari soddisfazioni.

LEONARDO DEPLANO 9: Due centesimi lo dividono dall’oro che sarebbe stato il primo della storia per l’Italia ma l’argento con il personale sbriciolato lo lancia su una n uova dimensione. Tra le frecce azzurre c’è anche lui e nella prossima stagione potrà dire la sua in chiave staffetta 4×100.

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