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Nuoto, la 4×100 sl non avrebbe avuto paura nemmeno della Russia: è il quartetto n.1 in Europa

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Non è stata la gara perfetta quella della 4×100 stile libero maschile che ha riportato in Italia l’oro 16 anni dopo il trionfo della squadra capitanata da Filippo Magnini a Budapest 2006. Non lo è stata e probabilmente non avrebbe mai potuto esserlo perchè oggi l’importante era mettere la mano davanti agli avversari, con qualsiasi tempo e almeno un paio degli atleti in vasca aveva già gareggiato (Ceccon anche più volte in giornata), cosa che solitamente non accade quando, come da tradizione, questa staffetta apre la manifestazione.

Quello che ci ha detto l’ultimo anno è che l’Italia, Russia o non Russia, Gran Bretagna o non Gran Bretagna, è la prima potenza europea di questa specialità con una squadra solida, compatta, giovane, che ha anche qualche ricambio importante, in grado di far rimpiangere poco i titolari.

Con. questi tempi qualsiasi squadra che non si chiami Usa o Australia è destinata a soccombere contro gli azzurri che hanno dichiarato a fine gara di coltivare il sogno di battere il record del mondo, per il quale servirebbe un paio di secondi in meno. Serve tanto lavoro, l’entusiasmo non manca di certo e la voglia di stupire nemmeno.

Oggi Miressi è rimasto al di sopra del tempo fatto segnare ieri in finale ma è anche vero che la sua partenza a razzo ha scombinato i piani di una Francia che, nella foga della rimonta, ha sbagliato il cambio facendosi squalificare. E’ toccato a Ceccon, come accadde a Tokyo, scavare il solco fra l’Italia e le rivali in questo caso per l’oro europeo. Già Zazzeri ha potuto vedere gli avversari abbastanza da lontano ed è comunque andato ad incrementare il vantaggio, lanciando al meglio la frazione monstre di Frigo che in staffetta si esalta ed ha fatto segnare il primo tempo della frazione infliggendo più di una lunghezza a chi inseguiva.

Il futuro è roseo, inutile girarci attorno: questo gruppo è giovane e può ancora crescere, in attesa che dai giovani si possa palesare qualche ricambio, il tempo non manca di certo.

Foto Lapresse

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