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Tennis, Daniil Medvedev: “Il coaching? Non credo cambi troppo il gioco”
Daniil Medvedev verso gli US Open. Il numero 1 del ranking ATP, impegnato nel Masters 1000 di Cincinnati, dove nei quarti di finale affronterà il padrone di casa Taylor Fritz, è intervenuto in conferenza stampa, dopo aver battuto Denis Shapovalov negli ottavi di finale (7-5, 7-5), toccando diversi punti relativi agli aspetti psicologici e tecnici del gioco fornendo il suo parere in maniera chiara e diretta.
Sull’introduzione del coaching ha detto, come riporta Ubitennis: “Durante la partita, non vedo davvero come un allenatore possa aiutare, come in altri sport, c’è la tattica che è così importante. Ecco, voglio dire, quando c’è la partita di tennis, io Immagino che possa essere una partita su cinque set dove improvvisamente cambi la tua posizione in risposta, o, vai più sul rovescio dell’avversario, tutto questo forse può vederlo. Quindi penso che a volte possa cambiare il gioco. Allo stesso tempo, molte partite sono, diciamo che gioco contro Fritz domani, è il nostro primo incontro, comunque so come gioca e lui sa come gioco. Non penso che il coaching in campo domani farà una grande differenza. Ma in generale, mi va bene, non sono mai stato contrario“.
Sulle palline e sul peso di esse pensando allo US Open che usa materiali differenti per uomini e donne: “Non ho giocato con le palline femminili quindi non ho niente da dire. Non ho idea di quale sia la differenza. Mi piacciono le palle dello US Open, quindi se è perché sono diverse dalle donne, sono felice, ma sì, non ho molto di più da dire”.
Infine sulle superfici di gioco: “A qualcuno piacciono questi campi; a qualcuno non piacciono. Io, preferirei ogni campo come gli US Open, ma capisco anche che non è giusto in un certo senso, anche i campi in terra battuta sono diversi. Quindi è una parte molto difficile del lavoro in cui devi adattarti e provare a vincere la partita, non importa la superficie, non importa la palla”.
Foto: Lapresse