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Triathlon, Francia dominatrice degli Europei 2022, l’Italia rimane ancora troppo lontana

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Dopo tre giorni di grande spettacolo, impreziositi da una cornice di pubblico clamorosa, sono andati ufficialmente in archivio i Campionati Europei 2022 di triathlon. La manifestazione continentale si è disputata a Monaco di Baviera, in Germania, ma visti i risultati ha assomigliato molto di più ad un vero e proprio festival francese.

Gli atleti transalpini, infatti, non hanno fatto prigionieri, come si suol dire. Dopo la medaglia di bronzo di Emma Lombardi nella prova femminile, è arrivata la sontuosa tripletta della gara maschile con Lèo Bergere che ha preceduto i compagni di squadra Pierre le Corre e Dorian Coninx, prima della apoteosi con il trionfo nella mixed relay che ha fatto calare il sipario sulla kermesse bavarese.

Un percorso, come si può vedere, pressoché netto, che conferma come il movimento francese sia, e rimanga, il punto di riferimento a livello europeo. Alle spalle della Francia si è messa in mostra la Germania, padrona di casa, mentre la Gran Bretagna ha messo a segno il successo con Non Stanford nella gara femminile, ma ha decisamente deluso nella staffetta, conclusa con un distacco siderale dal podio.

E l’Italia…? La nostra pattuglia saluta Monaco di Baviera con qualche spunto interessante ma, anche, con la consapevolezza che il top mondiale sia ancora molto lontano. Michele Sarzilla dall’alto della sua esperienza ha saputo rimontare fino a centrare un brillante ottavo posto nella prova maschile, mentre Gianluca Pozzatti e Nicola Azzano chiudevano oltre la 20a posizione a più di 3 minuti di distacco.

Nella gara femminile, ancora una volta, è Verena Steinhauser la migliore delle nostre, con un 15° posto a 2:11 che, tuttavia, non può certo entusiasmare. Sfortunata Ilaria Zane, costretta al ritiro, mentre Luisa Iogna-Prat ha concluso 18a a 3:34. Chiudiamo con la staffetta mista, prova quanto mai deludente per i nostri colori. Italia subito fuori dalla lotta per le posizioni che contano, con un 11° posto finale a 3:20 che conferma come il movimento possa, e debba, muovere ancora passi in avanti sostanziali.

Foto: LaPresse

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