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Triathlon, la lenta crescita dell’Italia. Un passetto per volta, ma l’elite mondiale resta distante anni luce

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Non è certo tempo per festeggiamenti o per togliere lo champagne dal ghiaccio, ma il movimento italiano del triathlon inizia a dare qualche segnale positivo. Ovviamente il vertice mondiale non può ancora definirsi vicino, ma la nostra pattuglia sta dimostrando di poter compiere qualche passo in avanti.

Tra World Series e World Cup, infatti, i miglioramenti a livello complessivo (più che a livello di singoli) si sono notati ma, come detto, non si può certo parlare del triathlon italiano in toni trionfalistici. Occorre essere concreti e non illudersi troppo. Il gap con le realtà più importanti del mondo è ancora ampissimo, ma gli anni più bui possono essere ufficialmente messi alle spalle.

I nomi di riferimento, per i due comparti, sono ben noti e, chi più, chi meno, hanno saputo ottenere anche top 10 importanti nelle ultime uscite. Nicola Azzano, Alessio Crociani, Luisa Iogna-Prat, Carlotta Missaglia, Gianluca Pozzatti, Angelica Prestia, Michele Sarzilla, Bianca Seregni, Verena Steinhauser, Nicolò Strada ed Ilaria Zane. L’Italia del triathlon si aggrappa a loro, per provare a recuperare ulteriore terreno nei confronti dei migliori.

Le Nazioni di punta rimangono le solite, dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti, passando per Germania, Francia e Spagna. L’Italia, come detto, è ancora troppo lontana dall’elite mondiale per poter competere, ma il percorso è lungo e lo snodo dei prossimi Giochi Olimpici, quelli di Parigi 2024, sarà fondamentale per capire nel migliore dei modi se la direzione intrapresa sarà quella giusta o meno.

Foto: LaPresse

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