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US Open 2022 sempre più a rischio per Novak Djokovic: un caso politico e la richiesta del Congresso

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Una situazione sempre più intricata. La partecipazione di Novak Djokovic agli US Open 2022, ultimo Slam dell’anno in programma dal 29 agosto all’11 settembre, allo stato attuale delle cose non sarebbe possibile. Negli Stati Uniti, infatti, vige la norma che impone l’obbligo di vaccinazione per chi arriva dall’estero e, come è noto, Nole per sua scelta non si è sottoposto al vaccino anti-Covid.

Una presa di posizione che avuto già i suoi effetti vista la rinuncia obbligata di Djokovic al Masters1000 di Montreal (Canada), dal momento che come detto nel caso degli USA anche in territorio canadese non è possibile entrare se sprovvisti della vaccinazione.

Tuttavia la situazione potrebbe non essere chiusa nel caso dello Slam americano. Djokovic, infatti, potrebbe disputare il Major qualora il Governo americano considerasse il suo ingresso negli Stati Uniti un beneficio di interesse nazionale. Al di là della petizioni dei tifosi del serbo sul web, l’iniziativa di due rappresentanti del Congresso americano potrebbe avere degli affetti. La richiesta ufficiale inviata al presidente Joe Biden è stata quella di Claudia Tenney e Louie Gohmert, entrambi repubblicani.

Come si può leggere da quanto scritto da Tenney: “Impedire a grandi atleti come il 21 volte campione Slam Novak Djokovic di competere in eventi di alto profilo (il riferimento è allo US Open ndr.) riduce la loro importanza vitale dal punto di vista economico e diplomatico, senza che ci sia un beneficio tangibile per la salute pubblica del nostro Paese“.

A questo punto non resta che attendere, ma i contorni ormai sono quelli di un vero e proprio caso politico.

Foto: LaPresse

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