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Basket, questa Italia può arrivare fino a Parigi 2024. Ma il futuro a lungo termine preoccupa: pochi lunghi, Banchero basterà?

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Due sono le cose che si possono dire a proposito di quest’Italia, dopo l’eliminazione ai quarti di finale occorsa contro la Francia agli Europei con fase finale a Berlino. E raccontano due facce di una medaglia che, alla fine dei conti, è abbastanza simile, perché va sempre più vicina al canestro.

La prima questione riguarda, naturalmente, la sfortuna. Perché quest’Italia è stata davvero sfortunata a non poter avere Danilo Gallinari in un momento importantissimo della carriera, quello in cui stava risultando uomo importante per le franchigie NBA senza esserne per forza il volto. Questo era stato il suo ruolo agli Atlanta Hawks e questo sarebbe stato, ancor più marcatamente, ai Boston Celtics, che hanno creduto in lui con un biennale dalle cifre importanti. Uno l’obiettivo: vincere l’anello. E invece è bastato nulla, cioè una gamba che si muove male, a riportarlo nell’abisso: rottura del crociato, lo stesso del 2013, e almeno gran parte della stagione persa. La storia non si fa con i se e con i ma, ma è evidente che un’Italia con Gallinari sarebbe stata molto diversa da un’Italia senza.

La seconda fa parte di un fattore di profondità. Attenzione: qui il discorso è molto complesso perché si è dimostrato come l’Italia, rispetto a squadre di tradizione almeno pari come la Croazia, o emergenti come la Finlandia, o teoricamente superiori come la Grecia, non è messa così male in questo senso. Una gran parte dei giocatori è impegnata in Eurolega, uno virerà anche verso la NBA. Ma, oltre il quintetto base, è evidente come siano almeno nove i giocatori che possono dirsi competitivi in questo roster per poter affrontare un viaggio come quello degli Europei. Uno dei due problemi è paradossale, e cioè quello delle guardie, perché si è rivelato complicato dipendere dalle lune di Stefano Tonut, tant’è che nel ruolo di 2 c’è stato dell’alternarsi di giocatori che, di fatto, sono dei play adattati. Ma, per questo, ci sono ricambi e c’è comunque un buon futuro, senza contare che lo stesso Tonut avrà modo di confrontarsi con l’Eurolega e di accrescere la propria forza.

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La questione principale riguarda i lunghi. Ma non tanto in chiave legata al prossimo biennio, dal momento che fino a Parigi 2024, e in parte fino agli Europei 2025, questa squadra può avere ancora margine per essere mantenuta grosso modo intatta. Il fattore è semmai da declinare al futuro: la penuria di lunghi che possano dire la loro vicino a canestro esiste ed è un problema sul quale bisogna riflettere. Attualmente Nicolò Melli, da 5 adattato, è qualcosa di più di una garanzia, perché ha una tale conoscenza della pallacanestro che può sfruttare mille trucchi per renderla effettiva. Dietro di lui, però, c’è (quasi) il nulla. Paul Biligha può giocare ad alta intensità per pochi minuti in campo internazionale, e benché sia apprezzatissimo per la sua capacità di saltare e arrivare dove non molti osano, non può essere il punto di riferimento nel ruolo. Per Amedeo Tessitori il discorso è diverso: ottimo dal punto di vista tecnico, da un certo livello in poi finisce però inevitabilmente surclassato da chi ne ha di più.

In breve, in Nazionale non c’è più un centro vero, di peso, che si possa chiamare tale, dai tempi migliori di Denis Marconato, che di stagioni di Eurolega ne ha vissute tante da protagonista a Treviso; stesso discorso si può fare con Roberto Chiacig a Siena (senza ovviamente scomodare Gregor Fucka, che poteva fare sia l’ala grande che il centro senza problemi, e aveva un bagaglio tecnico fuori norma). Dal 2023 sarà la volta di Paolo Banchero, che però potrebbe finire nella stessa situazione di Melli, visto che si parla di un 4 che può giocare anche da 5 sebbene questo non sia il suo ruolo principale. Certo, si parla comunque di un possibile extralusso se le belle premesse di Duke verranno confermate, soprattutto ora che deve gestire il peso di essere prima scelta assoluta al draft NBA. Rimane comunque l’ancora di salvezza di un reparto che soffre parecchio, e da almeno un paio di lustri abbondanti. Bisognerà aspettare l’evoluzione delle annate 2005-2006-2007 per capire se ci sarà un possibile futuro almeno a livello di EuroCup-Eurolega da parte dei nomi che girano, ma al momento il panorama è poco confortante tra giocatori poco impiegati in campionato e altri che, pur con buoni mezzi, non riescono a progredire oppure sono tormentati dai guai fisici.

Foto: LaPresse

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