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Biathlon, si decide la sorte di Russia e Bielorussia. L’Ibu vuole una Coppa del Mondo o una Coppa dell’Occidente?

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Nei prossimi giorni l’Ibu, ovvero l’organo di governo internazionale del biathlon, si riunirà a Salisburgo per vivere il proprio congresso biennale. Durante tale appuntamento verranno deliberate una serie di misure destinate ad avere un forte impatto sul futuro della disciplina, soprattutto per quanto riguarda la stagione 2022-23. In particolar modo bisognerà decidere come trattare la questione relativa agli atleti di Russia e Bielorussia.

Difatti, nel momento in cui è scoppiato il conflitto armato in terra ucraina, le federazioni nazionali dei due Paesi in questione sono state “sospese”. Un eufemismo per impacchettare un vero e proprio embargo nei confronti degli atleti, ai quali è stato impedito di partecipare alle competizioni di carattere internazionale. Le ultime tappe della Coppa del Mondo 2021-22 si sono quindi disputate senza una serie di protagonisti, la cui unica colpa era quella di avere il passaporto “sbagliato”.

Ora bisogna trarre il dado e decidere come muoversi in ottica 2022-23. Russia e Bielorussia saranno riammesse, permettendo al biathlon di avere una vera e propria Coppa del Mondo? Oppure si opterà per avere quella che potremmo definire una Coppa dell’Occidente, alla quale non sarà invitata una buona fetta degli uomini e delle donne più forti dell’orbe terracqueo? Al momento non sembra essere contemplata la soluzione di compromesso, ovvero ammettere formalmente senza bandiera russi e bielorussi (per intenderci, la strada seguita dal tennis).

Il cielo è cupo e non promette nulla di buono. L’Ibu, per togliere la “sospensione”, ha posto una serie di condizioni proibitive per le federazioni nazionali in questione. Per esempio, si può forse chiedere a un ente finanziato da uno Stato di prendere pubblicamente le distanze dalla politica dello Stato stesso? Ora come ora l’ipotesi più probabile è quella di proseguire sulla linea dell’intransigenza. Non a caso, Russia e Bielorussia hanno già stilato il calendario di un circuito alternativo denominato “Coppa della Comunità”, allo scopo di avere un confronto internazionale anche durante l’inverno.

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Questa è a tutti gli effetti politica. Invece, sul piano del regolamento sportivo, dovrebbe essere vidimato il cambio di sistema di punteggio già annunciato durante l’estate. Riguardo questo tema, le novità principali sono tre.
1) L’abolizione degli scarti;
2) Il fatto che i Mondiali non abbiano più valore per la classifica generale di Coppa del Mondo;
3) L’aumento dei punti conferiti ai primi sei classificati di ogni gara. Si passerebbe da 60-54-48-43-40-38 a 90-75-60-50-45-40. Una mossa atta ad aumentare il peso specifico di vittorie e podi rispetto ai piazzamenti.

Se ci sono pochi dubbi in merito all’entrata in vigore della suddetta riforma, dovrà invece essere dibattuto un importante mutamento relativo ai contingenti dei Mondiali. Sul tavolo c’è infatti la proposta di ammettere a sprint e individuale i primi 15 della classifica generale di Coppa del Mondo al termine della tappa antecedente alla manifestazione iridata, indipendentemente dalla loro nazionalità, a patto però che ogni Paese non ecceda la quota di 5 uomini o 5 donne.

Di fatto, significherebbe togliere potenziali castagne dal fuoco agli staff tecnici delle superpotenze, il cui contingente potrebbe potenzialmente crescere di un’unità. In realtà, nella sprint si potrebbe addirittura arrivare ad avere 6 uomini o 6 donne della stessa nazione. D’altronde, il campione e la campionessa del mondo in carica di sprint e inseguimento hanno diritto di partecipazione nominale nella prova su due poligoni dell’edizione successiva.

Infine verranno assegnati i Mondiali del 2027, per i quali ci sono solo due candidate, peraltro situate nella medesima area geografica. La scelta dell’Ibu ricadrà sulla finlandese Kontiolahti, già teatro della manifestazione nel 1999 e 2015, oppure sull’estone Otepää, mai palcoscenico dell’evento di portata globale.

Foto: La Presse

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