Ciclismo

Chi è Tobias Foss, il nuovo campione del mondo a cronometro. Talento annunciato, anche per le corse a tappe

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Siamo solo al primo giorno della rassegna iridata di Wollongong 2022 e abbiamo già ricevuto la prima grandissima sorpresa di questa edizione; il nuovo Campione del Mondo a cronometro è il norvegese Tobias Foss. Battuti i più accreditati Stefan Küng e Remco Evenepoel, che chiudono il podio, battuti Stefan Bissegger e Tadej Pogacar, battuto soprattutto il vincitore delle ultime due prove iridata Filippo Ganna.

Non si può dire certo che Foss non sia uno specialista o un corridore di talento, ma fino ad ora nel suo palmares da professionista figuravano esclusivamente le due vittorie a cronometro ai Campionati Nazionali, più una vittoria in linea sempre per il titolo norvegese. La giornata di grazie è arrivata proprio al momento migliore, forse anche in concomitanza con prove sottotono dei suoi rivali più illustri, ma questo non toglie nulla ad un risultato che vale forse una carriera intera.

Il 25enne di Vingrom può essere una sorpresa ma non è di certo uno sconosciuto. Si è presentato al mondo vincendo il Tour de l’Avenir nel 2019, corsa che a tutti gli effetti è il più grande banco di prova per i potenziali uomini di classifica tra gli Under23. Nessun successo di tappa ma grandissima solidità per lui che, dopo due top10 nelle precedenti edizioni, riuscì a mettersi alle spalle Giovanni Aleotti ed Ilan Van Wylder.

Grande appassionato di biathlon, così come tanti suoi connazionali, lascia gli sci e la carabina a 14 anni per salire in sella. Il successo nel “piccolo Tour de France” corona una carriera tra i dilettanti fatta di tanti piazzamenti su tanti terreni diversi e lo proietta di diritto verso il ciclismo dei grandi, firmando un contratto con una super squadra come la Jumbo-Visma. Da sue stesse dichiarazioni il norvegese ha detto che è stato fondamentale l’assunzione di un mental coach nel 2018, dopo che l’inizio della stagione non era stato all’altezza del suo 2017.

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Come per tanti altri corridori passati professionisti nello sciagurato 2020, la sua prima stagione tra i “grandi” non è delle più facili. Appena due giorni di corsa a febbraio e poi lo stop fino al Giro di Polonia ad inizio agosto. Le prestazioni al Giro di Ungheria ed un calendario piuttosto confusionario gli valgono la convocazione per il Giro d’Italia 2020. Al debutto in un Grande Giro Foss centra un ottimo quinto posto nella crono d’apertura di Palermo, alle spalle di grandi specialisti come Filippo Ganna o Mikkel Bjerg. Dopo nove tappe l’intera Jumbo-Visma si ritirerà a causa del Covid, ma Foss ha lasciato intravedere qualche sprazzo di grande qualità.

Il 2021 è senza dubbio una stagione più regolare rispetto alla precedente ma, tanto quanto nel 2020, la prestazione da ricordare arriva nella cronometro d’apertura della Corsa Rosa. Rimane a lungo sulla “hot seat”, mettendosi alle spalle corridori del calibro di Remi Cavagna, Remco Evenepoel e Jos Van Emden. Solo Edoardo Affini e poi Filippo Ganna gli impediranno di vestire la prima Maglia Rosa. Nel primo Grande Giro corso da capitano riesce a centrare una top10, anche se piuttosto distante dai migliori.

Le vittorie nei Campionati Nazionali e la delusione delle Olimpiadi di Tokyo lo proiettano verso un 2022 che, prima di questa giornata magica, non era stato di certo al livello delle sue ambizioni. Un po’ per problemi fisici, un po’ per una programmazione forse non perfetta, di risultati se ne sono visti pochi. In particolare il suo terzo Giro d’Italia è decisamente sottotono, partendo come uomo di classifica e chiudendo con un poco lusinghiero 54° posto, non brillando neanche nelle due crono in programma.

Insomma, nulla lasciava presagire un suo successo quest’oggi nella prova iridata, in cui non partiva come non più che un outsider, probabilmente con una top10 nel mirino. Il risultato di Wollongong è dunque sorprendente, ma non viene dal nulla e gli auguriamo possa dare nuova linfa ad una carriera che, seppur ancora nella fasi iniziali, stava iniziando una rischiosa discesa verso l’anonimato.

Foto: LaPresse

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