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Ciclismo

Davide Cassani: “I nomi per la mia squadra World Tour. Ai giovani mancano opportunità”

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Dopo otto anni l’Italia non sarà guidata dal CT Davide Cassani ai Mondiali di ciclismo. Il tecnico romagnolo è stato ospite di Gian Luca Giardini e Francesca Cazzaniga a Bike2u, trasmissione di Sport2u, la web tv di OA Sport: “Questo è un mese particolare per me. Dal 1988 per la prima volta non sarò ai Mondiali: dal 1988 al 1995 ho partecipato come corridore, dal 1996 al 2013 li ho commentati, dal 2014 al 2021 ero il Commissario Tecnico. Per la prima volta dopo tanti anni guarderò il Mondiale in tv, bisognerà anche svegliarsi presto“.

Davide Cassani ha poi proseguito:Dal 1968 il giorno del Mondiale è una giornata speciale per me, per la mia passione è la giornata più importante dell’anno e la vivo in un momento unico e particolare. Auro Bulbarelli mi diceva sempre ‘mi raccomando se le cose non vanno benissimo continua a parlare’, io quando mi accorgevo che le cose non andavano bene per l’Italia perdevo la parola e non era il massimo per un telecronista“.

L’ex ciclista sta cercando di allestire una formazione italiana che possa sbarcare nei prossimi anni nel World Tour (passando tra le Professional): “Come ho sempre detto questo è il mio sogno e sto cercando in tutte le maniere di provare a trovare quello che serve per creare una formazione che potrebbe diventare importante. Bisogna partire con calma, con assoluta sicurezza e quindi sto lavorando. Speravo di poterla fare l’anno prossimo, mi auguro di poterla fare per il 2024 perché non voglio rischiare nulla. La squadra dell’Emilia Romagna diventerà Continental per il prossimo anno, una squadra di 10-11 corridori con l’idea di correre in tutta Europa“.

Davide Cassani ha già fatto l’identikit alla possibile formazione italiana del futuro: “Una squadra che abbia un’anima italiana, che possa dare credito ai nostri giovani e di farli crescere. Non è semplice perché stiamo vivendo un momento particolare in cui l’incertezza regna sovrana, non è facile trovare chi creda in questo progetto. Io vorrei i corridori che ho avuto in Nazionale. Purtroppo non Sonny Colbrelli, sappiamo cosa gli è stato successo, è stato il mio primo e ultimo capitano. Ho avuto un rapporto speciale con Matteo Trentin perché è stato il mio regista impeccabile, anche perché avere un uomo di riferimento è fondamentale senza radiolina. Mi piacerebbe avere anche Davide Ballerini, ma anche Covi, Battistella, Bagioli, Moscon che ha sempre fatto bene con me, ovviamente Ganna e un Dainese che vincerà tante corse. Corridori italiani bravi ce ne sono, ma correndo all’estero devono lavorare per altri“.

L’Italia sta vivendo un momento estremamente complicato e i risultati sono lacunosi, cos’è successo al nostro movimento rispetto ai fasti del passato? “Ci siamo un po’ fermati. Quando ero dilettante io in Italia c’erano 6-7 corse a tappe all’anno, quest’anno ne hanno fatte 3 e il Giro d’Italia rischia di saltare. Le squadre degli altri Paesi fanno un calendario all’altezza. Il Team Friuli non ha budget elevatissimo ma ha un ottimo programma, tanti giovani sono diventati professionisti e sono promesse. Dobbiamo offrire ai giovani le migliori opportunità. L’importante è che anche andando all’estero si abbia la possibilità di crescere. Abbiamo vinto gli ultimi due Mondiali Under 23 (prima di quello odierno, n.d.r.) e anche degli Europei, vuol dire che abbiamo ragazzi che stanno crescendo molto bene ma proprio per colpa del nostro programma di corse hanno bisogno di più tempo per maturare, non tutti sono Evenepol o Ayuso, anche Pogacar ha fatto due anni tra i dilettanti. I nostri giovani hanno bisogno di più tempo per maturare, se nascerà una formazione italiana ci saranno più possibilità, anche se ora ci sono tre Professional che danno la possibilità di passare pro’ e crescere. Per tanti giovani passare in una Professional è forse migliore perché hanno più possibilità di emergere“.

Davide Cassani non ha sentito gli azzurri che domenica correranno a Wollongong: “I ragazzi devono rimanere concentrati e non voglio assolutamente interferire, Bennati ha tutta la mia stima. Il percorso non l’ho visto attentamente, ma da quello che ho letto è insidioso, tutti lo paragonano alla Amstel Gold Race, per corridori alla Van der Poel o alla Van Aert. Sono i corridori di punta, senza dimenticarci di Pogacar che dopo il Tour de France ha preparato al meglio questo Mondiale, ha fatto la cronometro come allenamento. Vediamo come correrà la Francia, Alaphilippe è stato sfortunato, ma ha vinto gli ultimi due Mondiali e se è andato in Australia non lo ha fatto per un viaggio di piacere“.

Recentemente Davide Cassani ha scritto il libro ‘Ho voluto la bicicletta’: “Mi piace scrivere, raccontare le mie emozioni. Tornando a casa da Tokyo mi è venuta voglia di scrivere un libro e fare capire cos’è la bicicletta per me. Gli ultimi libri erano basati sulle esperienze, questa volta ho voluto dire cosa ti può dare una bicicletta in una vita e quello che il ciclismo può insegnare”. Di seguito il VIDEO dell’intervista completa a Davide Cassani.

VIDEO INTERVISTA DAVIDE CASSANI

Foto: Luca Tedeschi – LPS

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