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Ciclismo, Julian Alaphilippe: “Non sarò il capitano unico, ma voglio incidere sulla corsa”

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Julian Alaphilippe va a caccia della storia ai Mondiali di ciclismo di Wollongong. Il campione francese sogna la terza maglia iridata consecutiva, ma questa volta il transalpino parte leggermente nelle retrovie. I grandi favoriti sono altri, ma mai scommettere contro un bicampione del mondo.

Il francese è reduce dalla caduta alla Vuelta, che gli ha costretto ad abbandonare la corsa spagnola e dunque a cambiare completamente la sua preparazione in vista proprio della gara di domenica. Alaphilippe è stato intervista da L’Equipe e ha parlato proprio della prova in linea di domenica e del suo stato di forma: “Ho molta motivazione e sono piuttosto rilassato. Non arrivo nelle migliori condizioni, questo è sicuro. Mi sono infortunato alla Vuelta, un’altra volta in questa stagione, una volta di troppo direi”.

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Prosegue il campione del mondo in carica: “Lasciare la Vuelta è stato un brutto colpo, la forma andava migliorando, ma mi è andata bene con questa lussazione della spalla, alla fine ho passato solo qualche giorno senza bici. Mi va bene essere un po’ meno capitano unico, d’altronde non ho scelta. Mi sarebbe piaciuto arrivare in altre circostanze, ma credo che nessuno dubiti del mio stato d’animo. Non sono al 100%, ma sono pronto a dare il massimo”. 

Lo stesso Alaphilippe ha detto di non essere il capitano unico, visto che la Francia ha appena deciso di convocare anche Benoit Cosnefroy ed ha anche a disposizione Christophe Laporte: “In squadra abbiamo profili adatti a tutte le esigenze del circuito, anche se magari siamo meno favoriti degli altri anni. Mi considero in grado di incidere sulla corsa, di aiutare i compagni se ci sarà bisogno. Sono un capitano, non il capitano unico, mi sta bene. Al mio fianco ho dei corridori in gran forma, ce la giocheremo con il collettivo”.

Una Francia ed un Alaphilippe che meno pressione?: “No, l’unica volta in cui ne ho sentita un po’ forse è stata a Imola due anni fa. L’anno scorso non ne avevo, volevo dare tutto, ma soprattutto ero pronto a perdere, il che spiega il modo in cui ho corso nel finale. Penso che la testa farà la differenza più delle gambe, ma non ho pressione”.

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