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Ciclismo, Kevin Colleoni: “La BikeExchange è l’ambiente giusto. Sogno il Giro di Lombardia”

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Abbiamo raggiunto telefonicamente a Brembate il figlio d’arte Kevin Colleoni (sua mamma Imelda Chiappa è stata la splendida azzurra che alle Olimpiadi di Atlanta1996 conquistò l’argento alle spalle di Jeannie Longo, ndr) per stilare un bilancio di questa stagione, la sua seconda da professionista in forza alla Bike-Exchange-Jayco di Brent Copeland: “Tutto sommato questa stagione non sta andando male, volevo partecipare ad un Grande Giro ma per altri programmi della squadra è saltato. Le prossime gare che farò saranno in Canada e poi farò quelle italiane fino al Giro di Lombardia. In questo finale di stagione mi piacerebbe fare più punti e quindi più risultati possibili“.

Tra gli Under23 hai ottenuto dei buoni risultati, poi il passaggio tra i professionisti. Alla tua seconda stagione tra i grandi senti di essere migliorato? 

“Sì, sento di essere migliorato ma ci vuole tempo. Anno dopo anno, con l’esperienza si impara e si migliora sempre di più. Rispetto all’anno scorso sento di aver fatto dei passi avanti, sia fisicamente che mentalmente”.

Su cosa pensi di dover migliorare maggiormente?

“Sui percorsi un po’ più mossi e in volata”. 

Il terzo posto al Giro d’Italia U23 nel 2020 ti ha creato pressioni?

“In realtà no, non mi ha creato pressioni. E’ stata una grande soddisfazione, ma è stato un punto di partenza e non di arrivo”.

La BikeExchange è stato l’ambiente giusto per passare professionista?

“Io mi sono sempre trovato bene con tutti, dagli atleti allo staff. Mi è dispiaciuto non partecipare ad un Grande Giro, speriamo nella prossima stagione. E’ un mio grande obiettivo”.

Che aria si respira all’interno del team? C’è qualcuno con cui hai legato maggiormente?

“Ho legato con tutti, con gli italiani è sicuramente più facile e quindi con Matteo e Alex (Sobrero e Konychev, ndr). Mi trovo bene con la squadra, è un ambiente sereno”.

Pensi di poter avere delle ambizioni personali importanti, o saresti contento di una carriera al servizio dei compagni di squadra?

“É ancora un po’ da scoprire, adesso devo fare qualche risultato per capire che tipo di corridore sono. Penso che quando si presenti l’occasione sia giusto sfruttarla, ma quando invece c’è un obiettivo di squadra o un tuo compagno più forte ed in condizione migliore è giusto essere al servizio del team”. 

Tutti abbiamo un sogno nel cassetto, qual è il tuo?

“Vincere il Giro di Lombardia”.

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