Ciclismo
Ciclismo, Mondiali 2022: Van Aert e Pogacar si scagliano contro l’assenza delle radioline: “È una cosa obsoleta”
Come ogni anno quando ci sono i Mondiali, e ogni quattro quando ci sono le Olimpiadi, cresce la polemica riguardante l’uso delle radioline nelle corse ciclistiche. O meglio, in questi casi la polemica viene sollevata sul divieto di usarne durante questi importantissimi eventi per nazionali.
Solitamente se ne discute tra appassionati ed addetti ai lavori, questa volta invece il coro di chi vorrebbe avere questo supporto tecnologico viene direttamente dai corridori e non certo da corridori qualsiasi. A schierarsi apertamente contro questa decisione sono stati infatti Wout Van Aert e Tadej Pogacar, due dei nomi più altisonanti dell’intero panorama internazionale.
“Correre senza radio è una cosa passata ed obsoleta” ha detto il belga. Nella giornata che ha incoronato il suo connazionale Remco Evenepoel, Van Aert si è dovuto accontentare di una quarta piazza, finendo dietro a Laporte e Matthews allo sprint. Il belga, ha spiegato, non sapeva per che posizione stesse lottando: “Senza radio è un dramma. Non sapevo se stessi sprintando per la seconda, la decima o la quindicesima posizione. Peccato, avevo le gambe per salire sul podio con Remco”.
Gli ha fatto eco poi Tadej Pogacar: “Non sapevamo dove andare. Ho immaginato che stessimo lottando una top10 quando abbiamo raggiunto il gruppetto davanti. Nessuno sapeva che potevamo arrivare a giocarci le medaglie – per poi aggiungere – non sapevo neanche dove fosse il mio compagno Jan Tratnik. Poi l’abbiamo raggiunto a pochi metri dal traguardo e siamo rimasti a bocca asciutta”.
La discussione tra i tradizionalisti che vorrebbero abolire le radio in tutte le corse e chi invece le ritiene necessarie, non solo per un discorso tattico, ma anche di sicurezza, probabilmente non finirà mai. Quello che lamentano i corridori è questa disparità di trattamento tra la quasi totalità delle corse disputate lungo la stagione e degli appuntamenti così importanti come Mondiali ed Olimpiadi.
Foto: LaPresse