Ciclismo
Ciclismo, Paolo Bettini: “Tre favoriti per il Mondiale, l’Italia farà fatica. Evenepoel può avere qualcosa più di Ganna”
Abbiamo raggiunto telefonicamente Paolo Bettini, che non ha certo bisogno di presentazioni: nel ciclismo pochi hanno saputo vincere quanto lui nelle gare in linea. Dall’Olimpiade di Atene 2004, al doppio Mondiale (Salisburgo 2006 e Stoccarda 2007), le Liegi-Bastogne-Liegi nel 2000 e 2002 ed i Giri di Lombardia nel 2005 e 2006, giusto per citarne alcuni dei suoi successi più scintillanti. Con il Grillo ci siamo proiettati verso l’ormai imminente Mondiale in Australia.
E’ forse la prima volta nella storia che l’Italia si presenta ad un Mondiale con scarsissime possibilità di vittoria: ricordi in passato una situazione simile?
“Spesso ho sentito dire che manca un Paolo Bettini al ciclismo italiano, ma secondo me non è così. L’Italia ha sempre avuto delle buone Nazionali, a differenza di quest’anno che su un percorso del genere non siamo di certo i favoriti. La prova in linea è impegnativa, è un percorso che conosco perché era zona di allenamento durante le Olimpiadi di Sydney del 2000. Ho parlato anche con il ct Daniele Bennati – che conosco molto bene – e mi ha confermato che sarà un percorso tosto e che rispetto ad altre Nazionali facciamo più fatica”.
Chi sono i tuoi favoriti?
“Van Aert, Evenepoel, Van der Poel sono tra i miei favoriti. Alaphilippe non sta facendo un avvicinamento lineare per andare a giocarsi il terzo Mondiale”.
E Girmay?
“Può essere un altro nome, ma forse il percorso è un po’ troppo impegnativo per un corridore come lui. Biniam è un ragazzo ancora da scoprire e credo che lui stesso non conosca ancora i suoi limiti. Quest’anno ha fatto un salto di qualità notevole, è un ottimo corridore che però dovrà tener conto anche di non avere una grande Nazionale a sua disposizione”.
All’Italia manca sia un uomo veloce sia in grado rispondere agli attacchi dei vari Van Aert, Van der Poel, Evenepoel. Come dovrebbe correre la nostra Nazionale per poter provare a ribaltare la corsa?
“Quando parti e i favoriti sono gli altri, bisogna correre al 100% e sfruttare le occasioni che si creano, anche a costo di sbagliare. A me è capitato di vincere non partendo da favorito, ma mi sono buttato ed è andata bene. Un esempio? Al Gran Premio di Zurigo nel 2001 dove un corridore come Francesco Casagrande era sicuramente più favorito di me, ma io attaccai creandomi così la giusta occasione”.
Filippo Ganna invece nella prova a cronometro sarà il favorito secondo te?
“Filippo ha un grande potenziale, ma mi sembra di percepire che nelle ultime crono non abbia brillato come al solito. La prova iridata però è una corsa a sé e lui sarà uno degli uomini favoriti per il podio sicuramente”.
Evenepoel può dare del filo da torcere a Ganna, ma sarà stanco secondo te dopo la Vuelta? La prova contro il tempo è sette giorni dopo l’arrivo di Madrid…
“Evenepoel viene fuori da un Grande Giro – che sta correndo da vero leader – e tre settimane fatte per far classifica consumano non solo a livello fisico, ma anche psicologico e quindi secondo me potrà pagare qualcosa nella prova in linea. ma per quella a cronometro secondo me ti dà quel qualcosa in più, un fondo che potrebbe mancare a Ganna. Chiaramente volare in Australia subito dopo la Vuelta con un viaggio così lungo e il fuso orario non sarà una passeggiata”.
Ultimamente qualcosa di sta vedendo da Battistella e Piccolo: che idea ti sei fatto di questi due ragazzi?
“Sono due ragazzi che per noi sono un patrimonio. L’Italia ormai da troppi anni non ha squadre World Tour e questo vuol dire non dare la possibilità ai nostri ragazzi di approcciarsi al grande ciclismo. I giovani vanno fatti crescere, bisogna tutelarli e un po’ coccolarli. Bisogna poi interrogarsi anche sul reale stato del ciclismo italiano, per avere un grande vivaio servono delle squadre sopra che possano fare da traino”.
Foto: Lapresse