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Coppa Davis, l’alternativa Musetti e il doppio affidabile Fognini/Bolelli: solo risposte positive per Volandri
Prima giornata positiva per l’Italia in Coppa Davis: all’Unipol Arena di Casalecchio di Reno gli azzurri hanno confermato lo stato generalizzato di buona forma, prima con Lorenzo Musetti, poi con Matteo Berrettini e, infine, con il doppio formato da Simone Bolelli e Fabio Fognini.
La Croazia si era fatta un po’ meno temibile dopo il forfait di Marin Cilic, ma rimanevano sempre due punti interrogativi: la forma rimasta a Borna Coric e il dilemma di Borna Gojo, che lo scorso anno era letteralmente sorto dalle ceneri proprio in Davis, prima a Torino e poi a Madrid.
Per quanto riguarda Gojo, è stato messo fuori causa da Musetti, che ha evidenziato un fatto molto semplice: quest’anno il croato sta sì salendo in classifica, ma non a quel ritmo vertiginoso che avrebbe fatto pensare quanto accaduto nello scorso novembre. Rimane un buon giocatore per il livello Challenger, ma è bastata una versione solida, con accenni di spettacolo, del toscano per metterne a nudo quella che, in alcuni casi, è semplicemente poca pazienza. Il tutto si traduce in una differenza di livello, che va direttamente a impattare sul 6-4 6-2 finale. Conclusione: vittoria doveva essere, vittoria è, il classe 2002 di Carrara come terzo uomo, da chiamare in causa se necessario, c’è e funziona eccome.
Coric, invece, è riuscito a tenere il livello di Cincinnati solo per un set con un Berrettini apparso inizialmente non al massimo. Poi i valori si sono ristabiliti e Matteo, nei due restanti set, ha concesso tre game, senza più voltarsi indietro e sventando quel paio di opportunità toccate al suo avversario per riaprire il discorso. In sostanza, il romano ha spiegato la differenza che c’è tra un top ten (perché lo è, ed è ad ora fuori da quel novero sostanzialmente solo per circostanze assai sfortunate) e un forte giocatore che, però, tolto quel successo nell’Ohio forse non è mai riuscito a raggiungere quanto avrebbe potuto.
Infine, il doppio. Certo, era noto che Nikola Mektic e Mate Pavic non fossero proprio nel loro momento migliore. La loro versione del 2021 poteva considerarsi difficilissima da battere, tra Slam e oro olimpico, questa, invece, è apparsa più malleabile. Certo, sempre complicata da fronteggiare: infatti serve un doppio ben collaudato per metterla alle corde e batterla.
Ed è qui che entrano in gioco Simone Bolelli e Fabio Fognini, due che sanno come si fa a vincere qualcosa di importante (e, del resto, l’hanno già fatto: leggere alla voce Australian Open 2015, ma vale la pena ricordare che hanno duellato più volte in maniera importante anche con i mitici gemelli Bryan). Hanno subito interpretato bene sia l’ambiente che la situazione, sapendo bene che un 3-0 avrebbe potuto fare, e farebbe, tutta la differenza del mondo rispetto a un 2-1, nel caso di non certo augurate sorprese. La qualità tecnica di questo confronto, peraltro, è risultata essere molto alta e ha messo in mostra una gran bella forma di Fognini.
Italia, dunque, che al momento fa registrare soltanto segnali positivi o tendenti al positivo. Si ritornerà in scena venerdì, molto probabilmente con Jannik Sinner di nuovo a disposizione e contro un’Argentina senza dubbio arrabbiata, che avrà necessità di vincere per sperare di restare in corsa rispetto a Croazia e Svezia. Il mercoledì bolognese ha però dimostrato come Filippo Volandri possa avere garantita una squadra compatta. Che fosse da passaggio del turno praticamente certo non era neanche da porre in dubbio.
Si sperava, semmai, che potesse dare ottima dimostrazione della propria forza fin da subito. E l’ha fatto, anche oltre le aspettative, visto che, se i due singolari pendevano dalla parte italiana, il doppio era considerato punto a favore della Croazia. In attesa della selezione albiceleste, in sostanza, l’Italia può andare a dormire con tranquillità, perché sa di avere due singolaristi con un vero e proprio rango di top ten, un terzo che sta salendo sempre di più in affidabilità anche nei tornei e che, in un ambiente come quello della Davis (sia essa quella del format attuale o l’altra, quella che di questo gruppo conoscono Volandri, Fognini e Bolelli, per lui conta in maniera relativa). E, in più, gode del suo miglior doppio possibile.
Foto: LaPresse