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F1, GP Italia 2022: promossi e bocciati. Ferrari, brillano Charles Leclerc e Carlos Sainz, ma deludono i Tifosi

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Il Gran Premio d’Italia di F1 si è concluso con l’ennesima affermazione di Max Verstappen, che non ha lasciato scampo a un pur ottimo Charles Leclerc. Il weekend ha però regalato anche alcuni protagonisti inaspettati e una serie di situazioni che meritano di essere approfondite. A power unit spente è doveroso tornare sul pomeriggio di ieri, allo scopo di analizzare chi esce promosso e chi bocciato dall’appuntamento di Monza.

PROMOSSI

VERSTAPPEN Max (Red Bull) – Ormai non dovrebbe più fare notizia, ma è incredibile come riesca a impressionare in positivo praticamente ogni domenica. Non colpiscono tanto la sua velocità (fa palesemente la differenza rispetto a Sergio Perez) o il suo cannibalismo (11 vittorie in 16 gare rappresentano un’autentica tirannia), quanto il fatto di riuscire a fare tutto per il verso giusto. Parte bene, sorpassa chi deve sorpassare alla prima occasione possibile, rimonta prepotentemente su Leclerc quando è alle sue spalle e lo gestisce con autorità quando, invece, se lo ritrova dietro. Un mostro sia per manico che per consistenza. Monza lo aveva sempre respinto, in questo fatato 2022 è riuscito a conquistare anche la Brianza.

LECLERC Charles (Ferrari) – Ha ottenuto il massimo, anzi anche di più.  Non si è accontentato di ereditare la pole position in virtù delle penalità altrui, ma ha voluto conquistarla legittimamente. C’è riuscito. In gara, poi, ha fatto il possibile per provare ad arginare Verstappen. Però, contro uno tsunami del genere, non c’è difesa che tenga. In ogni caso si merita solo applausi e di chiudere il Mondiale al 2° posto.

SAINZ Carlos (Ferrari) – Che bravo! Ha disputato un GP tutto all’attacco, effettuando un sorpasso pulito dopo l’altro. Dal 18° posto è risalito sino al 4° e chissà cosa sarebbe successo se la power unit di Daniel Ricciardo non fosse andata arrosto, causando di fatto la fine anticipata della gara. Da rimarcare la capacità di incidere con mescola media nella prima parte del GP e la decisione di rischiare le soft nel secondo stint. Si sarebbe meritato il podio per lo spirito con cui ha affrontato il Gran Premio di Monza.

DE VRIES Nyck (Williams) – Sabato mattina si sveglia convinto di vivere l’ennesimo weekend da spettatore privilegiato in qualche box. Invece poche ore dopo la Williams lo chiama, gli rifila una tuta e lo ficca in auto per sostituire Alex Albon, finito in sala operatoria con l’appendice in fiamme. L’olandese ha l’opportunità che aspettava da una vita e la sfrutta a meraviglia, portando una monoposto mai guidata al 9° posto! Evidentemente, se Toto Wolff spinge per trovargli un sedile nel 2023, non ha tutti i torti. Chissà, forse questa performance perorerà la causa del non più giovane, ma forse validissimo, De Vries. Magari proprio alla Williams, in sostituzione di un Nicolas Latifi sempre più impalpabile.

BOCCIATI

FIA – Signori, parliamoci chiaro. O snellite il vostro tanto prezioso rulebook, oppure qui continuerete a perdere la faccia, sempre che ve ne sia rimasta una. Sabato la griglia di partenza viene tramutata in un puzzle dalla grandinata di penalità per sostituzioni delle power unit. Una situazione ancora più complicata di quella vissuta a Spa-Francorchamps. Non si può accettare di dover impiegare ore per capire da che casella scatterà Max Verstappen! Mezzo mondo lo considera settimo, l’altra metà invece quarto. La certezza arriva in serata, dopo che persino il sito ufficiale della F1 glissa sulla reale posizione di partenza dell’olandese. Perché? Perché i meccanismi relativi alle penalità sono contorti e malati. Il disastro relativo alla gestione della Safety Car domenicale è figlio sempre della stessa dinamica. Lo volete capire che più norme ci sono, più aumenta la possibilità di infrangerne qualcuna? Anche da parte di chi dovrebbe farle rispettare? Cioè voi! Perché ormai volete legiferare su qualsiasi aspetto? Anziché stringere viepiù lacci e laccioli, magari regolando persino la lunghezza massima delle stringhe indossate dai piloti, regalateci una bella deregulation. Ormai si passa più tempo a strizzare gli occhi sui vostri PDF, analizzando ogni pulcioso cavillo, di quanti minuti si trascorrano a godersi l’azione in pista. A little less conversation, a little more action, please!

FERRARISTI FISCHIANTI – Certi spettacoli indegni si vedono sistematicamente solo a Monza. Ogni qual volta una Ferrari si trova in lotta per la vittoria, ma viene battuta da un avversario che non indossa una tuta rossa, questo sul podio viene fischiato. Verstappen è solo l’ultimo di una lunga serie. Non ti crucciare Super Max, quegli ululati sono medaglie sul petto. Se un domani dovessi cambiare casacca, indossando quella “giusta”, gli stessi che hanno fatto fare una figuraccia a tutti gli italiani saranno pronti a ergerti a loro beniamino. Come dimenticare gli striscioni “Meglio secondi con Alesi che primi con Schumacher” comparsi nel 1995, oppure i sassi tirati ad Alain Prost quando correva per la McLaren e gli applausi tributatigli pochi anni dopo, quando invece era diventato un pilota Ferrari? La passione è una cosa, il fanatismo un’altra.

Foto: La Presse

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