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F1. Ferrari, prima di parlare di Mondiale 2023, ripassa le tabelline e assicurati di saper contare fino a 4…

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Potremmo fare tanti discorsi sulla Ferrari, in particolare relativamente a quanto accaduto nelle ultime settimane in tema di sviluppo tecnico, ovverosia in merito all’inefficacia delle contromisure adottate per fronteggiare l’entrata in vigore della direttiva tecnica 39. Li differiamo però a domani, perché prima di affrontare i sistemi d’equazione, è doveroso assicurarsi di conoscere le tabelline. Dovrebbe essere lapalissiano, ma evidentemente per il Cavallino Rampante odierno non lo è.

Ieri pomeriggio abbiamo assistito a una scena incredibile, se si pensa di averla vista in un Gran Premio di Formula 1 e non in qualche Soap Box Race. La Scuderia di Maranello ha effettuato un pit-stop preparando solo tre gomme. Quando Carlos Sainz è giunto ai box per la sua prima sosta, mancavano sia la posteriore sinistra che il meccanico preposto. L’unico modo di esprimere lo sconcerto per l’accaduto è buttarla sul ridere, parafrasando i personaggi di due film degli anni ’90. Mia Wallace (Uma Thurman) in Pulp Fiction e Harry Stamper (Bruce Willis) in Armageddon.

Le gomme dovrebbero chiamarsi “Tondi neri 4”. Tondi perché sono di forma rotonda; neri perché sono colorate di nero; e quattro perché sono una, due, tre e quattro di numero. Ci volete far credere che in un box di una squadra di F1 non sapete contare fino a quattro? Cioè questo è quanto di meglio avete? Che a Maranello avete saputo mettere assieme? Insomma, per la miseria, voi siete la Ferrari! Avete vinto 15 Mondiali piloti e 16 costruttori! Siete dei geni, producete le auto più belle del mondo! Certamente da qualche parte in questo momento un centinaio di ingegneri studiano chissà quale propulsione ibrida e ci venite a dire che non sapete contare fino a 4? Che questa gente nel box è quella a cui è affidata la squadra di Formula 1? Questo volete dirci?

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D’accordo, questi incidenti sono già capitati in passato, anche nei momenti di massimo splendore del Cavallino Rampante. Quello originario, la “madre di tutte le papere” legate agli pneumatici, resta il famigerato pit-stop di Eddie Irvine durante il Gran Premio d’Europa 1999 su cui, poi, negli anni a venire si è persino fantasticato. Non è un mistero che esista un’autentica teoria del complotto in merito a quella sosta, secondo la quale l’errore venne commesso apposta per sabotare il nordirlandese (da sempre seconda guida designata e per di più destinato a lasciare il team a fine anno) nella corsa a un Iride in cui si era improbabilmente trovato coinvolto. Non doveva e non poteva essere lui a riportare il Mondiale a Maranello, poiché poi si sarebbe portato il numero 1 alla Jaguar e per di più avrebbe temporalmente preceduto Michael Schumacher, pagato a peso d’oro per arpionare un titolo ancora irraggiungibile. Complottismo, appunto, anche perché quel giorno al Nürburgring il meteo era cangiante e lo svarione fu figlio del fatto che Irvine stesso cambiò idea all’ultimo momento sulle gomme da montare.

All’epoca, però, almeno la Ferrari per il Mondiale lottava! Nel 2022 ormai sembra che l’obiettivo primario sia quello di scendere sempre di più nel pozzo senza fondo della figuraccia. Signori, è vano spendere centinaia di migliaia di euro in MGU-K aggiornate o raffinate beam wing se poi ogni maledetta domenica si commette un errore da matita blu! Come si può pensare di vincere un Iride tenendo questo registro? È questa la grande correzione da apportare in ottica 2023. A Maranello è imperativo analizzare come e perché si possa sbagliare così tanto e in maniera così marcata. Se non si risolve questa magagna, il potenziale (alto o basso che sia) verrà sempre sprecato e il Mondiale arriverà sempre “l’anno prossimo”.

Foto: La Presse

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