Formula 1
F1, Mattia Binotto: “Per vincere di nuovo dovremo dare il 130% e tornare alla mentalità dei tempi di Schumacher”
La pausa della seconda metà di settembre per quanto riguarda il Mondiale di Formula Uno 2022 sta per giungere al termine. Nel prossimo fine settimana, infatti, sarà tempo del Gran Premio di Singapore, che torna in calendario dopo le due ultime cancellazioni per colpa della pandemia. La grande domanda che rimane nel Circus, a questo punto, non può che riguardare quando sarà la Ferrari a tornare al successo, sin in fatto di vittorie di tappa, sia di titoli iridati.
Il team principal della scuderia di Maranello, Mattia Binotto, ha provato a fare il punto della situazione all’interno della scuderia con il Cavallino Rampante. L’occasione è stata il “Festival dello sport” di Trento. Per prima cosa il nativo di Losanna ha spiegato cosa si aspetta dai suoi due piloti: “…più vittorie. Io lo dico e lo ripeto: abbiamo la miglior coppia della F1. Vanno molto d’accordo tra loro e per il contributo che si danno, per come si aiutano l’uno con l’altro contribuiscono a far crescere la squadra. Quando ne parliamo il venerdì e il sabato dopo le sessioni su cosa sente uno o l’altro, c’è uno scambio aperto, sincero. Entrambi sanno che migliorare la nostra auto e la nostra squadra vuole dire crescere per battere gli altri”. (Fonte: Motorsport.com).
Cosa occorre, quindi, alla Ferrari? “Non basta più fare bene i compiti, per vincere bisogna continuare a progredire e migliorare: e per farlo dobbiamo dare il 120% se non il 130%. Veniamo da stagioni molto difficili, dal sesto posto 2021 nel Costruttori: Sono stati anni che ci hanno segnato perché abbiamo subito pressioni e critiche. E in un certo senso ci hanno formato. Avevamo promesso che saremmo tornati a essere competitivi e abbiamo mantenuto la promessa, ma quello che voglio dire è che tra avere una macchina e piloti performanti e la capacità di consolidare la capacità di concretizzare ogni situazione c’è ancora un passo da fare”.
Mattia Binotto non è a Maranello da pochi giorni, anzi. Si parla del lontano 1995, con un momento ben preciso in mente, ovvero la prima vittoria in Ferrari di Michael Schumacher nel GP di Spagna del 1996: “E’ stata anche la mia prima vittoria e quando ho sentito l’inno ho realizzato cosa significa essere Ferrari, ma poi abbiamo cominciato a vincere i campionati nel 1999 e nel 2000”.
Una Formula uno che è cambiata molto, e non solo: “E’ stravolta, le squadre principali hanno più che raddoppiato gli organici. In corsa ci sono dei veri e propri colossi per mezzi e risorse. Ma per questo sarà ancora più bello batterli! Cosa ci manca? Quella mentalità vincente che c’era all’epoca Schumacher e che ti spingeva a fare meglio dopo ogni vittoria. Sugli errori, al Montmelò e Baku abbiamo avuto dei guai quando eravamo in testa…”.
Foto: LiveMedia/Antonin Vincent / Dppi/DPPI