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Golf, Open d’Italia 2022: gli italiani che possono provare a vincere il torneo a Roma

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Come ormai da tradizione, è importante l’onda italiana che partecipa all’Open d’Italia, giunto all’edizione numero 79. E sarà un’occasione importante per scoprire ancor più il percorso che, il prossimo anno, sarà quello della Ryder Cup. Sono sette le vittorie azzurre nella storia, le ultime due di Francesco Molinari nel 2006 e 2016.

Ci sarà anche lui nel novero dei giocatori azzurri al via. Con lui Edoardo Molinari, Guido Migliozzi, Francesco Laporta, Renato Paratore, Lorenzo Gagli, Giovanni Manzoni, Marco Florioli, Gregorio De Leo, Stefano Mazzoli, Andrea Saracino, Giacomo Fortini, Jacopo Vecchi Fossa, Luca Cianchetti, Manfredi Manica, Andrea Romano e Filippo Celli.

Di questi, i migliori stati di forma visti a Wentworth, al BMW PGA Championship, sono certamente quelli di “Chicco” e di Migliozzi, arrivati l’uno 9° e l’altro 13°, sebbene in una situazione davvero molto particolare, finita ridotta su tre giri a causa dello stop di venerdì causato dalla morte della Regina Elisabetta II. Questi risultati hanno permesso loro di risalire l’OWGR, rispettivamente al 141° e al 172° posto, pur se ci sarebbe da dire parecchio sulle storture del nuovo sistema.

Golf, Open d’Italia 2022: il percorso e le 18 buche del Marco Simone Golf & Country Club

Anche Laporta ha vissuto dei buoni guizzi recenti, con il picco del 4° posto in Danimarca, mentre è andato in leggero calando Edoardo Molinari, che è al momento coinvolto anche nel ruolo di vicecapitano di Ryder Cup. Per lui tre top ten nella prima metà del 2022 con un 5° posto al Porsche European Open.

Se questi quattro possono puntare particolarmente in alto, non va dimenticato tutto il resto del contingente tricolore. De Leo, in particolare, è l’uomo dell’anno sull’Alps Tour, di cui guida l’Ordine di Merito con tre vittorie davanti ai francesi Julien Sale e Tom Vaillant e a un altro italiano, Mazzoli, anche lui al via a Roma e sempre molto costante nella categoria, con un successo e tante, tantissime top ten.

Tra i nomi che vanno ricordati, indubbiamente, c’è quello di Celli, autore dell’impresa al sapore di Silver Medal all’Open Championship di St. Andrews e, poi, trascinatore insieme a Florioli e Pietro Bovari (quest’ultimo, però, all’Open d’Italia non c’è), dell’Italia nel vittorioso World Amateur Team Championship.

Tante storie diverse, queste, per un unico obiettivo: far bene là dove l’anno prossimo, perché no, almeno uno di questi (a parte il maggiore dei Molinari) possa essere ancor più protagonista. O perché, quantomeno, una spinta importante al golf italiano possa arrivare: i giovani ci sono, e oltre al duo Celli-Florioli va indubbiamente annoverato Andrea Romano. La crescita passa anche da qui.

Foto: LaPresse

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