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MotoGP, Francesco Bagnaia erode le certezze di Quartararo. Ma ora Ducati deve giocare di squadra!

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Tre Ducati nelle prime tre posizioni, questo l’esito delle qualifiche del Gran Premio d’Aragon di MotoGP. Peraltro il trio scatterà in ordine perfetto. Francesco Bagnaia in pole position, il suo compagno di squadra del presente Jack Miller in seconda posizione ed Enea Bastianini, futuro team-mate di Pecco, in terza piazza. Meglio di così non si poteva mettere, anche perché oggi Fabio Quartararo non è andato oltre il sesto tempo. Il francese, che dopo il Sachsenring sembrava certo di bissare il titolo iridato, ora di sicurezze non ne ha più. Il suo margine di vantaggio si sta riducendo gara dopo gara e soprattutto si trova da solo a contrastare lo strapotere dell’Armata Rossa.

Ducati è infatti la potenza egemone del 2022. Sia per quantità (otto moto sulla griglia, quando nessun’altra Casa ne ha più di quattro), che per qualità (9 successi in 14 GP, nonché ben 22 presenze sul podio su 45 possibili, arrivate con sei piloti diversi). Alla luce di questa forza, la conquista del Mondiale dovrebbe essere una conseguenza ovvia. Invece, tra brutti errori (Le Mans, Sachsenring) ed episodi sfortunati (Montmelò), Bagnaia si ritrova ancora a -30 da Quartararo. Cionondimeno c’è ancora spazio per rimontare, soprattutto se il piemontese dovesse continuare sull’attuale falsariga. Non cade e non sbaglia più, inanellando una vittoria dopo l’altra.

A Borgo Panigale è giunto il momento di essere pragmatici e cinici. In due decenni di MotoGP è arrivato un solo titolo, quello portato in dote da Casey Stoner nel 2007. Successivamente fior fiore di fuoriclasse è montato in sella a una Desmosedici, ma ha fallito. Gli esempi di Valentino Rossi e Jorge Lorenzo sono lì a dimostrarlo. Il marchio ha attraversato anche un periodo molto difficile prima della progressiva risalita, culminata con l’attuale supremazia, suggellata da un Pecco in grado di reincarnare, per superiorità e modus operandi lo Stoner del 2007. Sarebbe quindi uno spreco immane non capitalizzare questo eccellente momento.

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Ecco perché Ducati deve prendere posizione con i suoi piloti. Bagnaia ha riaperto una corsa iridata che appariva compromessa. È lui il cavallo su cui puntare per vincere il titolo 2022. Siamo ormai a tre quarti di stagione, quanto doveva essere dimostrato è stato dimostrato. Bastianini, che corre con un mezzo meno evoluto, ha già vinto 3 gare e si è guadagnato una GP23 Factory per il prossimo anno. Un ulteriore quarto successo nulla aggiunge e nulla toglie a una stagione già straordinaria di per sé. Miller è in uscita, destinazione Ktm, però è ancora sotto contratto con Borgo Panigale. La professionalità dell’australiano non è mai stata in discussione. Proprio per questo si può far leva su di essa per “calmierarlo” e metterlo al servizio di Pecco. Serve indennizzarlo economicamente perché il gregariato non è nel suo contratto? Bene, si agisca di conseguenza. Il ritorno economico dato dalla conquista del Mondiale sarebbe indubbiamente maggiore. Al massimo gli si garantisca la possibilità di correre liberamente a casa sua, Phillip Island, ma per il resto ubi maior minor cessat.

Insomma, se c’è la possibilità di giocare di squadra, perché non farlo? Il motorsport vive anche di queste dinamiche, non ci sarebbe nulla di scandaloso, soprattutto perché non siamo a inizio stagione e non vengono create caste per contratto. Le gerarchie sono state definite da ben 14 gare, che un tempo rappresentavano la durata di un Mondiale intero. Non sono sufficienti per indicare chi è l’uomo a cui dare tutto il supporto necessario per riportare l’Iride in Italia dopo 13 anni e a Borgo Panigale dopo 15?

Foto: MotoGPpress.com

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