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MotoGP, i promossi e bocciati del GP di Aragon: Bastianini e i veterani sugli scudi. Però su Marquez sorge un dubbio…

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Il Gran Premio d’Aragona di MotoGP si è concluso con la vittoria di Enea Bastianini a discapito di Francesco Bagnaia, “uccellato” all’ultimo giro dal coetaneo e futuro compagno di box. Al di là del risultato della pista, chi sono i promossi e i bocciati del weekend di Alcañiz? Andiamo a fare una carrellata dei protagonisti, nel bene e nel male, del fine settimana appena passato agli archivi.

PROMOSSI

BASTIANINI Enea (Ducati) – Peccato per il buco nero avuto in primavera, perché senza di esso avrebbe potuto avanzare una clamorosa candidatura all’Iride. Nelle quattro gare tra il Mugello e Assen ha racimolato la miseria di 11 punti, ma dopo la pausa estiva è tornato quello di inizio stagione. Ducati ci ha messo parecchio prima di avere il coraggio di promuoverlo nel Factory Team a discapito di Jorge Martin, ma è evidente come abbia preso la decisione migliore. C’è da scommetterci, con questo talento e questo carisma su una moto ufficiale, La Bestia potrà essere un fattore per il traguardo più prestigioso del 2023.

BAGNAIA Francesco (Ducati) – Ha avuto il merito di credere di poter riaprire il Mondiale anche dopo la caduta del Sachsenring, quando era a -91 da Fabio Quartararo. Ha avuto ragione lui, perché adesso è a -10. Ieri, contro un Bastianini più forte e non certo prono al ruolo di gregario, c’era poco da fare. Va benissimo anche il secondo posto, che ne fa il favorito per la conquista dell’Iride. D’altronde, l’inerzia è tutta dalla sua parte.

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ESPARGARO Aleix (Aprilia) – Signori, questo zitto zitto è ancora in corsa per vincere il Mondiale. D’accordo, sta vestendo i panni del terzo incomodo, ma a tre quarti di stagione è a -17 da Quartararo e a -7 da Bagnaia!  Del catalano impressionano solidità e concretezza, sembra che sappia sempre cosa fare e come farlo nel modo migliore. Proprio come ieri, quando ha aspettato pazientemente il momento giusto per infilzare Brad Binder e prendersi il podio, il primo dal Mugello. Non sarà un fuoriclasse e probabilmente non vincerà il titolo, ma toute proportion gardée, il miglior pilota del 2022 è lui.

CRUTCHLOW Cal (Yamaha) – Si merita questa menzione, perché appena rispolverato il casco appeso al proverbiale chiodo, risulta subito il migliore dei piloti Yamaha, nonché l’unico centauro di Iwata a chiudere in zona punti. Viaggia per i 37 anni, non correva in MotoGP da dodici mesi esatti, eppure appena chiamato in causa risponde “Presente!”, non solo rivelandosi all’altezza del contesto dell’attuale classe regina, ma permettendosi di bagnare il naso a svariati colleghi ben più giovani e teoricamente motivati.

BOCCIATI

MARQUEZ Marc (Honda) – Ci sarà anche una certa dose di sfortuna, ma durante il primo giro di ieri è sembrato una trottola impazzita. Siamo sicuri che fosse davvero pronto al rientro? Gestire una MotoGP, peraltro scorbutica come questa Honda, è complicatissimo e fisicamente molto probante. Considerata la sua esperienza decennale è molto (troppo) strano il modo in cui si è fatto sorprendere alla terza curva dalla RC213V. Non è che, in un Motomondiale in crisi di popolarità e alla disperata ricerca di personaggi nonostante un’incerta lotta iridata, si sia forzata un po’ troppo la mano per riavere MM93 in pista il più in fretta possibile?

VIÑALES Maverick (Aprilia) – Venerdì tiene un passo in linea con quello di Bagnaia e Quartararo. Al sabato implode tra FP3 e qualifica. In gara ha momenti in cui riesce a girare sul medesimo ritmo dei primi due, ma la sua rimonta si arena al tredicesimo posto, ritrovandosi impegolato in un duello con Crutchlow. Insomma, sempre la solita storia, è il Dottor Jekyll e Mr.Hyde del motociclismo. Ad Alcañiz si sono viste entrambe le versioni, ma ha prevalso quella peggiore.

MORBIDELLI Franco (Yamaha) – Dispiace inserirlo nella categoria dei “bocciati”, perché le sue difficoltà sono risapute. Però non si può fare altrimenti nel momento in cui Cal Crutchlow abbandona i panni del pensionato per montare in sella alla M1 dopo un anno abbondante di inattività, facendo subito nettamente meglio del romano. C’è da sperare che questo maledetto 2022 termini in fretta e nel 2023 si torni a vedere il Morbido del 2020, perché altrimenti il suo futuro diventerà molto difficile.

Foto: MotoGPpress.com

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