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MotoGP, la forza mentale di Quartararo è il punto debole di Francesco Bagnaia
Riavvolgiamo il nastro temporale di un paio di anni e torniamo al 2020, nella famosa stagione cominciata a luglio a causa della pandemia, caratterizzata dalla caduta di Marc Marquez a Jerez, da gare surreali a porte chiuse e da risultati assolutamente ondivaghi. Durante quell’annata, Fabio Quartararo diede costantemente l’impressione di essere il più forte, ovvero chi ne ha di più rispetto a tutti gli altri. Nello sport, però, non vince il più forte. Vince il migliore e, nel 2020, El Diablo non lo fu. Il francese alternò prove scintillati a debacle inspiegabili, senza un vero e proprio filo logico.
Il Campione del Mondo divenne Joan Mir, che ancora oggi ringrazia l’inconsistenza del transalpino e l’infortunio patito dal compagno di squadra Alex Rins a Jerez. Il maiorchino conquistò il titolo perché fu, appunto, il migliore. Non sbagliò quasi nulla e bagnò il naso a chi era più forte, sfruttando a dovere le circostanze. Ebbene, Quartararo ha ingoiato il rospo e ha fatto tesoro della lezione, capendo di non poter mai vincere il titolo se avesse continuato a esprimersi come aveva fatto nel 2020.
Lo smacco ha generato il proverbiale “click” nella testa di Fabio, il cui limite principale era quello di non saper soffrire. Il francese non aveva mezze misure. Se tutto andava bene e “sentiva” la moto come voleva, allora era ingiocabile. Invece, se si trovava in difficoltà, non riusciva a stare a galla. Appena imbarcava acqua, la sua barca colava a picco. L’inverno successivo a quel Mondiale gettato alle ortiche e ben volentieri raccolto da Mir è stato decisivo, perché il transalpino è maturato ed evoluto.
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Il 2021 ha mostrato un El Diablo totalmente diverso rispetto all’anno precedente. Più tranquillo e sereno, decisamente consapevole dei propri mezzi e molto fiducioso in sé stesso. Una nuova dimensione, che gli ha permesso di sopportare la sofferenza. Anche nei momenti peggiori, Quartararo ha cominciato a difendersi, racimolando punti più o meno pesanti che, sommandosi qua e là, gli hanno consentito di laurearsi Campione del Mondo in anticipo.
Oggi è diverso, perché Yamaha è palesemente in affanno contro Ducati, mentre lo scorso anno c’era sostanziale equilibrio. Però Fabio è lì, in testa alla classifica iridata, proprio perché sa come spremere il sangue dalle rape. Invece, tutto quanto detto sul Diavolo del 2020 può essere copia-incollato sul Bagnaia del 2022. È su quest’aspetto, la forza mentale, che si sta giocando la partita per l’Iride. Fosse una questione puramente agonistica, il match sarebbe già chiuso in favore di Pecco e della Ducati. Invece l’incapacità di restare a galla quando comincia la tempesta rischia di costare caro al piemontese.
Diciotto punti in quattro gare possono ancora essere recuperati, soprattutto considerando la differenza prestazionale fra la GP22 e la M1. Però quattro cadute evitabili sono tante. Forse troppe. Inoltre il weekend di Motegi, totalmente anonimo e finito nel peggiore dei modi, è un po’ poco per chi ambisce a diventare Campione del Mondo. Vedremo come finirà il 2022 e, soprattutto, se l’interruttore mentale pigiato da Quartararo verrà trovato anche da Bagnaia.
Foto: MotoGPpress.com