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Nuoto, l’Italia si conferma una potenza: record di medaglie a livello assoluto e juniores

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Non non si era mai visto. La Nazionale italiana di nuoto non ha vinto, ma ha stravinto gli Europei di Roma. Al netto delle assenze di Russia e Bielorussa e di alcune selezioni incomplete in casa britannica e francese, la compagine del Bel Paese ha colpito per quantità e qualità. I 13 ori e i 35 podi sono primati scolpiti nella pietra, ma quello che ha lasciato di stucco non sono state le vittorie in serie di chi ai Mondiali aveva fatto benissimo, quanto l’apporto delle “seconde linee”.

Prendere atto di un Leonardo Deplano argento nei 50 stile libero, di un Federico Poggio argento nei 100 rana, con personali sbriciolati, per non parlare di Chiara Tarantino quarta nei 100 stile libero con un personal best abbassato di quasi un secondo, sono solo alcuni degli esempi che vengono in mente.

In sostanza, si è creata una mentalità e un gruppo in cui le prestazioni dell’uno danno motivazioni all’altro. Quante volte abbiamo sentito alle interviste post gara: “La sua prestazione mi ha dato la carica per esprimere il 100%”. I numeri e le statistiche danno un quadro preciso della situazione, ma per capire i motivi di questo circolo virtuoso del nuoto italiano è necessario andare indietro.

Nuoto, Mondiali giovanili 2022: l’Italia chiude con 20 medaglie l’edizione di Lima, nuovo record!

Ai più attenti non sarà sfuggito che la Nazionale italiana dai Mondiali 2017 di Budapest ha aggiornato con costanza il primato di podi in Europei e Mondiali, raggiungendo vette incredibili in questo 2022 a livello iridato e continentale. Perché tutto questo?

I motivi sono molti e per fare una sintesi si può parlare delle migliori interazioni tra i centri federale e una visione dell’allenamento diversa, in costante aggiornamento. In secondo luogo, gli atleti si sono prestati maggiormente a gareggiare negli eventi internazionali extra Europei, Mondiali per abituarsi a confrontarsi con avversari di alto livello e comprendere cosa volesse dire. Il nuoto è uno sport di pure prestazione, ma anche di confronto quando ti trovi a rivaleggiare con campioni.

Lo diceva anche il compianto Alberto Castagnetti: un conto è fare certi tempi nei campionati italiani e un altro è farlo quando conta maggiormente e al di fuori della propria confort zone. E quindi non sorprende questo cambio di rotta che anche le Olimpiadi di Tokyo hanno confermato.

Ci si trova a commentare una situazione in cui si è riusciti a creare un sistema e il vero obiettivo sarà quello di alimentarlo. La mentalità è il segreto e se le nuove leve hanno come rappresentanti Benedetta Pilato e Lorenzo Galossi ci sono basi per fare bene.

Del resto, il primato nella classifica per nazioni agli Eurojunior in Romania è stato un segnale. Un qualcosa che si è confermato nei Mondiali giovanili a Lima. L’Italia ha ottenuto un totale di 2 ori, 8 argenti e 10 bronzi che ne ha fatto la rappresentativa nazionale con più podi (20). Un risultato storico che rafforza il discorso.

Foto: LaPresse

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