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Tennis, Juan Martin Del Potro: “Ad oggi non riesco a correre ma voglio lasciare una porta aperta al tennis”

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L’ultima apparizione in campo di Juan Martin Del Potro risale a febbraio scorso, quando l’argentino perse per 6-1 6-3 nel primo turno dell’ATP di Buenos Aires contro il connazionale Federico Delbonis. Da lì in poi il ritiro costretto a causa dei continui problemi fisici che ancora oggi lo stanno debilitando. 

“Oggi posso solo camminare, non posso correre, non posso neanche guidare per troppe ore di fila senza dovermi fermare per fare stretching ha affermato Del Potro alla rivista argentina La Nacion -. È una realtà molto dura e triste con la quale devo convivere ogni giorno. Non ero preparato a tanta sofferenza, non so come fanno gli altri atleti a convivere con questo tipo di dolore.”

L’intenzione dell’argentino sarebbe quella di tornare in campo prima o poi, ma i problemi fisici non gli danno tregua: Sto iniziando a perdere la fiducia che avevo all’inizio, quando provavo un trattamento nuovo speravo sempre che fosse la volta buona. Ma alla fine non funzionava mai. Comunque non voglio chiudere con il tennis, voglio lasciare la porta aperta. Saranno la vita e il tempo a dirmi come andrà a finire”.

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Il classe 1988 ha poi proseguito: “L’ultima volta che ho preso in mano una racchetta? Al torneo di Buenos Aires, lo scorso febbraio. Ero arrivato reduce da tanti trattamenti, avevo preso un sacco di antidolorifici e mi sono detto: ora che faccio? Butto via tutta questa fatica o entro in campo per giocarmi quella che potrebbe essere la mia ultima partita? Alla fine sono contento di essere sceso in campo, perché se è vero che quella è stata l’ultima almeno ero a casa mia, con la mia gente e la mia famiglia. È stato comunque spettacolare. Ora però non sto cercando l’ennesima cura per giocare a tennis, sto cercando una cura per continuare a vivere con serenità”. 

In seguito Del Potro ha parlato anche di Jannik Sinner e Carlos Alcaraz: “Mi sarebbe piaciuto giocare contro di loro, si stanno trasformando e stanno diventando davvero forti e potenti. Ho visto la partita che hanno giocato allo US Open, davvero intensa. Però a entrambi mancano ancora alcune variazioni. Stanno molto sulla riga di fondo e colpiscono forte ma sono sicuro che col tempo diventeranno sempre più completi”.

Il gigante argentino ha concluso parlando del suo possibile futuro da allenatore: “Ho parlato di questo con Juan Carlos Ferrero e gli ho chiesto anche come fa a viaggiare così tanto. Lui mi ha risposto che ora viaggia così tanto perché si tratta di Alcaraz. Però prima di quel momento è stato cinque anni a casa con la sua famiglia e si è preso il tempo necessario. Forse è proprio quello che a me serve ancora tanto: il tempo. Per trovare lucidità e consapevolezza di quello che succederà. Quello che però mi fa già stare bene è quando vedo che i giovani mi ascoltano e fanno tesoro dei consigli che gli do. Il problema di adesso è solo che io mi sento ancora uno di loro”.

Foto: LaPresse

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