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Tennis, Simone Vagnozzi su Sinner: “La gente ha la memoria corta sul servizio, l’obiettivo è continuare nella crescita tecnica e fisica”
Mettere i punti sulle i sul Corriere della Sera. Siamo prossimi all’epilogo degli US Open 2022 e il mondo del tennis da lunedì 12 settembre avrà un nuovo giocatore sul trono. Sarà, infatti, l’atto conclusivo tra lo spagnolo Carlos Alcaraz e il norvegese Casper Ruud a mettere in palio il posto di n.1 del ranking ATP. Il vincitore del titolo di New York, infatti, potrà fregiarsi anche di questo prestigiosissimo riconoscimento.
In entrambi i casi si tratterà di qualcosa di storico: se fosse Ruud, dovremmo parlare del primo norvegese a raggiungere un traguardo del genere sia per la vittoria nel Major che per il n.1 del mondo; per Alcaraz il raggiungimento del primato sarebbe in qualità di tennista più giovane di sempre.
In quest’ottica il tennis italiano esce con la testa un po’ china perché le possibilità per giocarsi lo Slam c’erano e, in particolare, Jannik Sinner c’è andato vicino. La partita tra Alcaraz e l’altoatesino, valida per i quarti di finale degli US Open 2022, è stata riconosciuta come una delle più belle degli ultimi tempi e decisa da pochi dettagli, favorevoli all’iberico.
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A valutare quanto è accaduto, è stato al Corriere il tecnico di Jannik, Simone Vagnozzi: “Ripartiamo dall’atteggiamento spettacolare con cui Jannik è stato in campo 5 ore e 15′ contro un mostro come Alcaraz. Mi è piaciuta la sua resilienza in un match ad altissima intensità e qualità: si è spinto al limite, risalendo da situazioni difficili, ha annullato cinque set-point, ha reagito al match-point non convertito. Non sono stupito e i problemi fisici sono risolti“, ha sottolineato Vagnozzi.
Il tecnico italiano ha poi voluto rispondere alla questione “servizio”. E’ un dato di fatto che gli undici doppi falli nella partita contro Alcaraz siano stati un dato negativo, al pari della poca efficacia con la seconda in campo: “La gente ha la memoria corta forse negli ultimi match Jannik ha fatto qualche doppio fallo in più però a Wimbledon ha servito bene, a Umago idem e a Parigi, fino al problema al ginocchio, pure. Sinner non faceva tanti punti con la battuta, abbiamo cercato di renderla più efficace: all’Open americani con Nakashima ha fatto 16 ace e con Alcaraz, che alla risposta è un fenomeno, il servizio non gli ha dato poco. Comunque non ci saranno altri cambiamenti tecnici, serve tempo per stabilizzarsi. Ricordiamoci che è un percorso lungo, una strada che oltre ai risultati non tralascia il lavoro di crescita: gli obiettivi sono a lunga scadenza“, le precisazioni del coach italiano.
Il target, quindi è chiaro: “Migliorare il suo tennis e rinforzarlo fisicamente. Non ci siamo dati obiettivi di ranking e la presenza o meno alle ATP Finals non è una cosa che non ci fa dormire la notte“, ha chiarito Vagnozzi. A questo punto non resta che attendere l’evoluzione della stagione di Sinner.
Foto: LaPresse