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Vuelta a España 2022: una settimana disastrosa per i corridori italiani. Ora il bilancio è preoccupante

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Già alla vigilia della Vuelta a España 2022 era ben noto che difficilmente i corridori italiani avrebbero recitato una parte da protagonisti. Nessun uomo realmente competitivo per la classifica, nessun velocista in grado di lanciarsi nella mischia con i migliori. Se la prima settimana, pur senza trionfi, ci aveva dato di che sorridere con gli ottimi piazzamenti di Samuele Battistella ed Edoardo Zambanini, la seconda è stata poco più che un disastro, tra occasioni mancate, ritiri e prospettive sempre più inquietanti.

Se analizziamo le ultime sei frazioni da un punto di vista dei risultati, è difficile non finire con le mani nei capelli. Una sola top10, ottenuta con Matteo Fabbro (per giunta decimo all’arrivo) nella tappa che ha visto la vittoria di Richard Carapaz sulla salita di Peñas Blancas. Un bottino che definire magro è già lusinghiero, anche solo a confronto con i già poco esaltanti quattro piazzamenti in top10 delle prime nove tappe.

Eppure le frazioni di questa settimana hanno concesso tante occasioni agli uomini in fuga, unico sistema al momento con cui un azzurro può ottenere un risultato. Se difficilmente un italiano avrebbe potuto competere con i vincitori come Richard Carapaz o Thymen Arensman, era lecito aspettarsi almeno qualche nuovo piazzamento di valore. Ci hanno provato in tanti, dai già visti Zambanini e Filippo Conca, fino a Fausto Masnada ed Antonio Tiberi, tutti puntualmente “rimbalzati” non appena il terreno si è fatto più duro. Un accenno di tentativo è arrivato anche da Vincenzo Nibali, forse in un’azione più mirata a favorire Lopez che altro.

Vuelta a España 2022, il percorso e le tappe dell’ultima settimana: tre frazioni di alta montagna per ribaltare la classifica

A peggiorare ulteriormente la situazione è arrivata nella giornata di ieri la notizia del ritiro di Domenico Pozzovivo. Il 39enne, nonostante la forma non brillante ed i tanti acciacchi, stava riuscendo piuttosto agevolmente a mantenere la migliore posizione in classifica tra i corridori azzurri. La sua 29a piazza, ad oltre 38′ dal leader Remco Evenepoel, non era certamente una posizione di rilievo, ma ora non c’è più neanche una bandiera tricolore in top30, lasciando la palma ad Edoardo Zambanini e il suo 35° posto.

Provando a mettere le cose in prospettiva, lo scenario che si palesa è piuttosto oscuro. Se non dovessero arrivare degli ormai inaspettati risultati di prestigio, questa Vuelta potrebbe somigliare molto da vicino a quella del 2019, riconosciuta da tanti come uno dei peggiori Grandi Giri della storia del ciclismo italiano. Quell’anno non arrivarono vittorie, le top10 furono appena 8 e il miglior azzurro in classifica fu Gianluca Brambilla, 42°. Ampliando ulteriormente il raggio bisogna però ricordare che quell’anno si veniva da un ottimo Tour de France con tre sigilli azzurri, mentre la Grande Boucle di quest’anno è stata tanto negativa quanto questa Vuelta. Speriamo di non dover ricordare questa coppia di corse come uno dei momenti più bui del nostro ciclismo.

Foto: LaPresse

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