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Tennis
ATP Firenze 2022, Lorenzo Musetti: “Il rovescio mi fa godere. Mi piacerebbe giocare in singolare a Malaga”
Lorenzo Musetti si è presentato raggiante in conferenza stampa dopo un’altra grande prestazione. Il carrarese ha sconfitto 6-3 6-2 lo statunitense Mackenzie McDonald ai quarti di finale dell’ATP 250 di Firenze, qualificandosi per le semifinali del torneo del capoluogo toscano.
Il rovescio è un colpo che ti fa godere?
“Il rovescio lungolinea è il colpo che mi fa godere di più, a volte faccio partire un urlo per accompagnarlo e sfogare tutta la mia gioia e soddisfazione. Può essere una grande arma perché l’avversario non se lo aspetta ed adesso lo gioco con più senno rispetto a prima. Non mi definirei simile a Roger: lui è solo una fonte d’ispirazione per noi giovani, è inimitabile“.
Federer si è ritirato, sono rimasto solo sette giocatori in top 100 a giocare il rovescio ad una mano. Ti piacerebbe essere ricordato per questo?
“Io ritengo che il rovescio ad una mano vada insegnato ancora nelle scuole tennis. Ci vuole grande manualità e coordinazione per giocarlo. Se imparato bene penso possa dare più angoli e più soluzioni, come il back e la palla corta“.
Il pubblico che ti incita lo vivi come una pressione o una spinta?
“Sono abituato a vivere con la pressione sin da quando sono piccolo. Per me il pubblico è una spinta: è una responsabilità giocare bene a Firenze, che è vicino casa mia, ma la vivo come un piacere, come una spinta in più per fare ancora meglio“.
Qualche parola sul possibile avversario in semifinale, Nakashima o Auger-Aliassime.
“Con Nakashima ho giocato da junior: è americano, si trova molto bene sui campi veloci. Serve bene, gioca d’anticipo, ha un ottimo rovescio. Auger-Aliassime ha un tipo di gioco che mi piace e mi dà ritmo: ci ho già vinto due volte, a Lione ed a Montecarlo ed anche quando ho perso a Barcellona ero un set sopra e mi sono ritirato perché stavo poco bene“.
Il ranking ha un’importanza?
“Fa piacere salire, più si cresce e più sale il gap delle partite da vincere per guadagnare posizioni. Mi fa piacere fare il best ranking al termine di questa settimana. La cosa che mi rende più orgoglioso è essere professionista anche fuori dal campo: sto lavorando molto su questo aspetto“.
Ambisci ad essere singolarista in Davis a Malaga viste le condizioni di Berrettini e Sinner?
“Sicuramente mi piacerebbe giocare, ma questa sarà una decisione del capitano, presa di concerto da tutta la squadra. Vedremo chi arriverà sano alla fine della stagione, mi dovrò meritare il posto. In questo momento ancora Matteo e Jannik sono superiori e più bravi di me“.
Il veloce indoor sta diventando la tua superficie preferita?
“Ho ottime sensazioni quando le condizioni non sono rapidissime: l’anno scorso ad Anversa ho giocato un buon match contro Sinner anche se ho perso e quest’anno a Rotterdam ed a Sofia avevo ottime sensazioni, così come a Bratislava ed a Bologna in Davis“.
Che lavoro sta facendo Roberto Petrignani (preparatore atletico, ndr)? A che punto ti senti dal punto di vista fisico?
“Sono cresciuto molto fisicamente negli ultimi mesi. Non saprei dire esattamente a quale percentuale sono arrivato, ma ho un ottimo rapporto con Roberto e continueremo a lavorare. La bellezza del mio team è il fatto che c’è una chimica fra tutte le componenti: Simone e gli altri lavorano in simbiosi. Dietro a quello che faccio in campo c’è un lavoro enorme, mi sto facendo un mazzo così e Roberto mi sprona sempre a dare di più“.
Foto: Giampiero Sposito/Fit