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Calcio: l’Australia attacca il Qatar in tema di diritti e discriminazione. Il video

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La Nazionale australiana alza la voce contro il Qatar. Nella giornata di oggi, giovedì 27 settembre, i socceroos hanno pubblicato tramite il loro profilo twitter un video accusando direttamente la politica del Paese ospitante dei prossimi Mondiali di calcio, totalmente repressiva in tema di diritti umani, chiedendo dunque di approfittare del grande palcoscenico della rassegna producendo una riforma in merito.

Parole chiare e precise quella dei calciatori oceanici: “Il Mondiale è stato associato alla sofferenza di alcuni lavoratori migranti e delle loro famiglie e questo non può essere ignorato – hanno detto i giocatori nelle parole raccolte da La Gazzetta Dello Sport – Affrontare questi problemi non è facile. E non abbiamo tutte le risposte. Siamo al fianco della FifPro, la Building and Wood Workers International e la International Trade Union Confederation, che cercano di far avanzare le riforme e stabilire un’eredità duratura del Mondiale in Qatar“.

Il team australiano ha poi continuato: “[…] Ciò deve includere la creazione di un centro di risorse per i migranti, un rimedio efficace per coloro ai quali sono stati negati i diritti e la depenalizzazione di tutte le relazioni omosessuali. Questi sono i diritti fondamentali che dovrebbero essere garantiti a tutti e permetteranno un progresso continuo in Qatar con un lascito che va ben oltre il fischio finale della Coppa del Mondo“.

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Importanti anche le parole di Met Ryan, portiere della squadra: “Ci sono valori universali che dovrebbero definire il calcio, quali rispetto, dignità, fiducia e coraggio. Quando rappresentiamo la nostra nazione, aspiriamo a incarnare questi valori“.

Non è tardata ad arrivare la risposta dell’emiro al potere del Qatar Tamim bin Hamad Al Thani, il quale ha preso il video degli oceanici come l’ennesimo tassello di una campagna d’odio verso il primo Paese arabo in grado di ospitare la rassegna iridata “[il Quatar] è stato sottoposto a una campagna senza precedenti che nessun Paese ospitante ha mai affrontato – ha detto l’Emiro – La campagna tende a continuare e ad espandersi per includere invenzioni e doppi standard di giudizio così feroci che sfortunatamente ha spinto molte persone a mettere in discussione le vere ragioni e motivazioni“.

Soltanto un mese fa, in tema di diritti, non è passata inosservata l’iniziativa dell’Olanda, la quale ha lanciato la campagna “One love” contro le discriminazioni: durante le partite del Mondiale infatti i Capitani di ben tredici squadre europee indosseranno una fascia speciale per esprimere il proprio sostegno contro lo sfruttamento dei migranti sfruttati per la realizzazione degli stadi e il proprio supporto alla comunità LGBTQI+.

Foto: LaPresse

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