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Formula 1

F1, Ferrari e il degrado delle gomme a Suzuka: un fattore decisivo per la sconfitta mondiale

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Fattore gomme. Non è una novità, parlando di Motorsport, perché il segreto delle vittorie si nasconde dietro il corretto sfruttamento degli pneumatici. Se è vero che alcune novità aerodinamiche, di base, possono portare due/tre decimi, i riflessi sulle mescole possono valere un differenziale in termini di prestazione decisamente superiore.

In F1 la sfida tra Red Bull e Ferrari si è risolta in favore della scuderia di Milton Keynes che ieri, con quattro gare d’anticipo, ha vinto il titolo mondiale piloti con Max Verstappen ed è vicinissima a conquistare anche quello costruttori.

Dal punto di vista tecnico, la F1-75 aveva sorpreso nei primi tre round, ma poi Adrian Newey e soci hanno trovato il modo per far funzionare le gomme e avendo nella loro gestione in gara un vero e proprio punto di forza. Dal GP di Imola, in avanti, mentre la Rossa collezionava pole-position, la Red Bull concretizzava in gara e il motivo era sempre lo stesso: minimizzazione del degrado.

F1, la vittoria del Mondiale 2022 di Max Verstappen: Ferrari incapace di sviluppare la macchina

Un leitmotiv di questo 2022 e a Suzuka si è confermata questa tendenza. Non è un caso che al termine della gara, si sia notato come le gomme di Verstappen fossero in uno stato ideale, mentre quelle di Charles Leclerc ormai slick. Probabilmente vi sono ragioni legate anche alla guida del pilota, ma più probabile pensare anche dal punto di vista del bilanciamento la Rossa abbia palesato le solite criticità.

Foto: LiveMedia/Florent Gooden / Dppi/DPPI

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