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F1, Max Verstappen campione nel Mondiale in cui l’illusione Ferrari è durata 3 mesi

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Max Verstappen è il Campione del Mondo di Formula Uno 2022. Il verdetto definitivo è giunto quest’oggi a Suzuka e mai termine fu più azzeccato. Di “verdetto” si può davvero parlare, perché il trionfo dell’olandese è stato certificato in carta bollata dai meandri di un regolamento sportivo neppure chiaro al diretto interessato. Si tratta, però, solo di un brutto modo di consegnare un titolo iridato ampiamente meritato dal venticinquenne originario dei Paesi Bassi.

Super Max ha chiuso matematicamente i conti con 4 gare d’anticipo, raccogliendo 12 vittorie su 18 GP. Si può parlare di “sfida iridata” se un solo pilota si è imposto in un numero di eventi doppio rispetto a quello di tutti gli avversari messi assieme? Sarebbe più corretto parlare di dominio, degno di quelli che nel XXI secolo avevano imposto Michael Schumacher e Lewis Hamilton. Sul piano fattuale è così, ma la sensazione è stata che la Ferrari e Charles Leclerc potessero giocarsela. È stata, invece, solo un’illusione?

Onestamente, questo 2022 va diviso in tre fasi. Quella iniziale, in cui la Scuderia di Maranello era una concreta pretendente al titolo. È durata poco, tre gare, durante le quali il monegasco ha raccolto due vittorie e un secondo posto, mentre Verstappen ha primeggiato in un’occasione ritirandosi negli altri due casi. Una volta snellita dalla “cura dimagrante”, evoluzione precoce e indispensabile a cui è stata sottoposta, la RB18 ha preso il sopravvento. È cominciata la seconda fase, quella dell’illusione.

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Ci si è illusi, infatti, che il Cavallino Rampante potesse giocarsela quantomeno ad armi pari con il Drink Team. Un miraggio generato anche dalle scintillanti prestazioni del sabato, dove spesso e volentieri la Rossa sovrastava l’avversaria diretta. Invece, la domenica, Ferrari ha pagato quasi sempre dazio. Tra problemi di affidabilità ed errori, la coperta della Scuderia di Maranello si è semplicemente rivelata più corta rispetto a quella tessuta da Red Bull, più precisa e soprattutto matura nella lotta per il Mondiale. Una seconda fase durata tre mesi, appunto, da aprile a luglio.

Infine, siamo giunti alla fase attuale, quella della rassegnazione ferrarista e della certificazione della superiorità Red Bull. Le Rosse non hanno più vinto dopo la pausa estiva, dopo la quale il team di Milton Keynes si è imposto sette volte su sette, salendo a 14 successi complessivi in 18 gare. Una tirannia, alla quale Ferrari ha rappresentato l’unica, per la verità piuttosto timida, resistenza.

Foto: La Presse

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