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Formula 1
Il grande bluff Ferrari nel 2022 e una Mercedes imprescindibile per lo spettacolo della F1
Il Gran Premio degli Stati Uniti di Formula 1 non è certo stato memorabile per la Ferrari, nonostante fosse nato sotto ottimi auspici. In qualifica la Scuderia di Maranello aveva infatti messo tutti in riga, realizzando le migliori due prestazioni cronometriche. Una prima fila tutta Rossa cancellata solo dalla retrocessione di Charles Leclerc per aver omologato una nuova power unit. Invece, come troppo spesso accaduto nell’arco del 2022, il weekend del Cavallino Rampante ha assunto i contorni di un soufflé mal riuscito, essendosi rapidamente sgonfiato.
Carlos Sainz ha visto evaporare nel giro di pochi attimi il duro lavoro dei due giorni precedenti. In qualifica tutti si sono tolti il cappello di fronte alla prestazione dello spagnolo, capace di conquistare con merito la pole position. Stavolta non ci sono stati di mezzo errori altrui e bandiere gialle come a Silverstone, oppure le alchimie del sistema di penalità come a Spa-Francorchamps. Ad Austin lo spagnolo è stato indiscutibilmente il più rapido sul giro secco. Fair and squadre, come dicono da queste parti.
Domenica, però, la gara del madrileno è finita in tempo zero. Soprattutto a causa della sfortuna, perché la sua partenza sarà anche stata mediocre, ma comunque sufficiente per restare secondo se George Russell non si fosse reso protagonista di un eccesso di ottimismo in staccata, definiamolo così. È il secondo ritiro consecutivo per il ventottenne madrileno, la cui stagione sinora è un perenne alternarsi di alti e bassi, in controtendenza con il solido rendimento espresso nel 2021.
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Ci ha pensato Leclerc a salvare il bilancio ferrarista. Nonostante la partenza dalla sesta fila, il monegasco ha disputato una prova concreta e ordinata, uncinando il gradino più basso del podio e soprattutto arrivando davanti a Sergio Perez, nuovamente scavalcato nella rincorsa alla piazza d’onore del Mondiale piloti. Quello costruttori, invece, si è chiuso matematicamente come da copione in favore di Red Bull.
Quella vista oggi, però, è stata una Ferrari anonima e insipida. Anche senza l’incidente, difficilmente il risultato sarebbe stato migliore. Certo, sarebbe arrivato un piazzamento in più, ma verosimilmente fuori dal podio. La metafora del soufflé venuto male potrebbe essere quindi applicata a tutto il 2022. Pronti, via e sembra che possa essere l’anno buono. Invece, in primavera, le ambizioni si sgonfiano progressivamente, sino ad afflosciarsi del tutto in estate. L’autunno è ormai piatto e privo di qualsiasi gusto. Si “tira a fine stagione”, come si suole dire in gergo. Ad Austin il Cavallino Rampante è sembrato quasi correre per onor di firma.
Intanto il bilancio delle vittorie si fa sempre più impietoso. Red Bull sovrasta Ferrari 15-4. Le F1-75 sono ormai battute sempre e comunque dalle RB18. Più che sfidanti credibili, le Rosse si sono rivelate un bluff. Preparare un buon soufflé è complesso. Anzi è il termine di paragone che distingue un ottimo chef da uno nella media.
Volendo provocare, viene da dire che è auspicabile un ritorno al vertice di Mercedes. Così torneremo a rivedere un po’ di spettacolo in F1. Le Frecce d’Argento, nonostante tutte le loro difficoltà, provano sempre a inventarsi qualcosa di diverso. Ogni tanto va male, altre meglio. Ci mettono un po’ di pepe, insomma, mentre il cuoco di Maranello appare ormai aver esaurito persino le spezie. La monoposto 2022 non è competitiva, ma tutti ancora ci ricordiamo quanto è stato bello ed emozionante il Mondiale dell’anno scorso.
Inoltre, davvero qualcuno pensa che Lewis Hamilton sia bollito? Il “ragazzo” ha ancora il dente avvelenato per come è finito il 2021 e non vede l’ora di rifarsi. Anela la possibilità di tornare a lottare con Verstappen. Con un Re Nero motivato e un George Russell forgiato da una stagione in un top team, la Casa di Stoccarda genererebbe tanti motivi d’interesse in più.
Inoltre, avere tre attori protagonisti è sempre meglio di averne due. Se tutti recitano la loro parte al meglio, ne viene fuori una performance corale. Se, invece, uno balbetta (e qualcuno lo fa spesso, vero Ferrari?) ci sarebbe comunque un antagonista a tenere vivo un confronto che, altrimenti, si tramuterebbe in un monologo. Proprio vincente della Red Bull 2022.
Foto: La Presse