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MotoGP, correre in Malesia a fine ottobre è l’ideale, ma solo se si vuole incappare in qualche diluvio!

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Domenica assisteremo al Gran Premio di Malesia di MotoGP, contesto dove la pioggia è di casa. D’altronde se si decide di correre a Sepang in questo periodo, ci si espone automaticamente al rischio di incappare in violenti acquazzoni. La spiegazione è semplice. Il monsone, vento periodico tipico dell’Oceano Indiano, cambia direzione due volte all’anno. A maggio e a ottobre. In questo secondo caso, smette di soffiare da sudovest e comincia a farlo da nordest. La conseguenza sulla penisola malese è che le precipitazioni sono più frequenti e abbondanti proprio nelle settimane tra la metà di ottobre e gennaio.

Insomma, una vera alzata d’ingegno collocare il GP di Malesia a fine ottobre! Per la verità, nel primo decennio del XXI secolo, la versione asiatica di Eolo ha sempre graziato il Motomondiale, soffiando via le nubi più perniciose. Cionondimeno, la musica è cambiata dal 2009, anno in cui la gara è stata bagnata dall’inizio alla fine. Dopo un 2010 asciutto e la tragica cancellazione del 2011, nel 2012 la pioggia è la grande protagonista. Si parte sotto l’acqua e si riescono a compiere 13 dei 20 giri  in programma, dopodiché viene esposta la bandiera rossa perché la pista ormai è inondata. Si pensa di ripartire per completare la distanza prevista, ma le condizioni non migliorano e si tiene buono il risultato nel momento dell’interruzione.

Segue un triennio privo di grane, ma nel 2016 il pirotecnico meteo malese si palesa in tutta la sua poliedricità. Poco prima del via Sepang viene investita da un violento scroscio. Partenza ritardata di venti minuti e gara che inizia su un asfalto fradicio. Il bitume si asciuga strada facendo, ma non al punto tale da spingere qualcuno al cambio di moto per passare alle slick. Copione simile nel 2017, quando la pioggia è meno rabbiosa, ma più prolungata e tutto il GP va in scena sul bagnato. È quella l’ultima volta in cui si deve ricorrere alle gomme rain, perché nel 2018 e 2019 di problemi non ce ne sono, almeno in gara. Già, perché quattro anni fa sono le qualifiche a venire condizionate dal maltempo.

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Insomma, nel decennio 2009-2019, il GP di Malesia si è tenuto ben 4 volte su 10 in un contesto in cui la pioggia ha recitato un ruolo da prima attrice. La domanda è cosa accadrà nei prossimi giorni. Se tenessimo in considerazione la legge delle probabilità e il fatto che le ultime due edizioni si sono disputate sull’asciutto, allora la conclusione più plausibile sarebbe che non può sempre andare di lusso, come accaduto in tempi recenti. La verità è che se transita per la Malacca a ottobre, ci si rimette automaticamente alla clemenza del sommo giudice Iuppiter Pluvius. Sarà lui a decidere quali connotati dare al Gran Premio di Malesia 2022.

Foto: MotoGPpress.com

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