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MotoGP, Davide Tardozzi non ci sta: “Come si fa a dire sui social che Bagnaia non sia un campione?”
L’epilogo è ormai vicino. Nel weekend del 4-6 novembre, a Valencia (Spagna), il Mondiale 2022 di MotoGP avrà un suo vincitore. Francesco Bagnaia, forte dell’ultimo successo in Malesia, si presenta ai nastri di partenza con 23 punti di margine sul francese Fabio Quartararo. La progressione di Pecco nella seconda parte della stagione è stata incredibile e il transalpino della Yamaha si trova ora in una situazione di netto svantaggio.
Un contesto frutto del netto gap tecnico tra Ducati e la moto di Iwata, favorevole alla scuderia di Borgo Panigale. Da questo punto di vista, Bagnaia si è dimostrato il centauro che meglio degli altri sia riuscito a sfruttare il potenziale del proprio mezzo e a tradurlo in risultati.
Non tutti però hanno avuto questa impressione e l’argomento “giochi di squadra” è un evergreen. Un tema indigesto al Team Manager della Ducati, Davide Tardozzi, che ai media presenti a Sepang ha parlato con la solita schiettezza, volendo sottolineare le qualità di Pecco.
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“Bagnaia ha dimostrato di essere un campione fin dalla partenza. In questa stagione conta 7 gare vinte più 4 delle ultime 6 nel 2021 e quando è caduto era sempre davanti, ma sui social network e media ancora lo sminuiscono. Come si fa a dire che non sia un campione? Anche a Sepang ha dimostrato di essere forte di testa. Il potenziale di questo ragazzo deve esser riconosciuto. Tanti hanno la sua moto, ma quello che sta davanti è lui. Cos’altro deve fare?“, le considerazioni di Tardozzi (fonte: Corriere dello Sport).
Il Team Manager italiano ha voluto puntualizzare anche in fatto di ordini di scuderia: “Chiediamo solamente ai nostri piloti attenzione, senza avventurarsi in sorpassi azzardati. Anche se è passato molto tempo, in Ducati tutti ricordano quello che accadde in Argentina nel 2016 (tra Iannone e Dovizioso ndr). Durante la gara Pecco ed Enea si sono sorpassati senza problemi e questo conferma l’assenza di ordini di scuderia. Dall’Igna si è avvicinato al muretto perché preoccupato, ci ha chiesto se fosse il caso di intervenire in qualche modo. Ma abbiamo deciso di no, perché abbiamo fiducia nei nostri piloti. Avremmo potuto mettere P2 sulla tabella di Bastianini, ma non l’abbiamo fatto“.
E dunque una semplice indicazione nell’evitare rischi inutili tra piloti Ducati, che non si traduce in un piano per impostare a priori le posizioni in pista.
Foto: MotoGP.com Press