MotoGP
MotoGP, Francesco Bagnaia e la marcia dei 365 giorni. A Motegi gli ultimi passi indietro per raggiungere la felicità?
L’impressione è che per Francesco Bagnaia la caduta di Motegi, semplicemente stupida perché conseguente a un tentativo di attacco che non sarebbe stato propedeutico ad alcunché di concreto, abbia avuto effetti nefasti nell’immediato, ma abbia apportato un grande beneficio nel lungo periodo. Non a caso si è verificata in Giappone, nelle cui scuole materne viene insegnata una filastrocca. “La felicità non arriva da sola, passo dopo passo siamo noi a raggiungere lei. Un passo ogni giorno, tre passi in tre giorni. Dopo tre in avanti, vai indietro di altri due”. Più o meno è quanto accaduto a Pecco, che di passi avanti ne ha fatti parecchi nell’arco del 2022, ma nel Paese del Sol Levante ne aveva compiuti due indietro, serviti forse proprio per trovare l’ultimo tassello nella sua personalissima ricerca della felicità.
Infatti tra Buriram e Phillip Island, il venticinquenne piemontese è sceso in pista in maniera a lui sconosciuta in passato, ovvero quella del non prendersi alcun rischio che non sia necessario. Si tratta del proverbiale “approccio laudiano” alle corse, perché “inventato” da Niki Lauda dopo il suo incidente al Nürburgring. L’austriaco cominciò a ragionare esclusivamente in ottica lungo periodo, disinteressandosi delle vittorie di tappa se queste comportavano un azzardo, preferendo arrivare con certezza secondo o terzo per raccogliere punti in ottica classifica generale. Se vogliamo, una rivisitazione del detto “meglio l’uovo oggi della gallina domani”.
Sarebbe però sminuente definire Bagnaia un “ragioniere”. È più corretto dire che abbia cominciato a correre “ragionando”, perché ha capito di poter vincere il Mondiale senza andare sempre al limite, bensì sfruttando anche solo il 95% del proprio potenziale. È un privilegio raro, riservato solo a chi è il più forte. Con questa Ducati, già portata al successo 6 volte, e soprattutto con l’implosione post pausa estiva di Fabio Quartararo e della Yamaha, Pecco si può permettere di accontentarsi dei piazzamenti.
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Dal -91 post Sachsenring, al +14 successivo a Phillip Island. Significa aver marcato 105 punti più di El Diablo nell’arco di otto gare. Stando a questa media, Bagnaia potrebbe chiudere i conti iridati già questa domenica a Sepang, prima ancora dell’atto finale di Valencia. L’Italia aspetta da tredici anni in tema di pilota, quindici guardando alla moto e addirittura cinquanta per quanto riguarda il binomio. I tre digiuni potrebbero essere spezzati contemporaneamente nell’arco di pochi giorni o, tutt’al più, un paio di settimane. Dove e quando poco importa. Conta trasformare il modo verbale condizionale in indicativo presente e Pecco ha tutto ciò che serve per consentire di declinare le frasi in maniera differente rispetto a quanto fatto sinora.
MONDIALE MOTOGP (18 GP SU 20)
233 – BAGNAIA Francesco (ITA) [Ducati]
219 – QUARTARARO Fabio (FRA) [Yamaha]
206 – ESPARGARO’ Aleix (ESP) [Aprilia]
191 – BASTIANINI Enea (ITA) [Ducati Gresini]
179 – MILLER Jack (AUS) [Ducati]
160 – BINDER Brad (RSA) [Ktm]
159 – ZARCO Johann (FRA) [Ducati Pramac]
137 – RINS Alex (ESP) [Suzuki]
136 – MARTIN Jorge (ESP) [Ducati Pramac]
135 – OLIVEIRA Miguel (POR) [Ktm]
Foto: MotoGPpress.com