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MotoGP, Francesco Bagnaia il riflessivo oggi si è consacrato campione vero

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Nelle giornate come quella odierna si capisce di che pasta è fatto un pilota. Francesco Bagnaia aveva tutto da perdere: un minimo errore, una distrazione, una caduta ed ecco che a Valencia si sarebbe presentato addirittura con 6 punti di ritardo da Fabio Quartararo. La pressione pesava come una montagna, avrebbe potuto schiacciarlo. D’altronde il centauro piemontese non aveva nascosto di avvertirla nei giorni scorsi: “Penso sia umano, so cosa mi sto giocando“. Oggi però il pilota Ducati è stato sublime nel gestire ansie e paure, dimostrando per davvero di essere un grande Campione, con la C maiuscola.

Non ha mai corso al risparmio o in difesa, anche se avrebbe potuto. Ha vinto scattando dalla nona posizione: una rimonta da autentico fuoriclasse, all’arrembaggio come Sandokan, la Tigre della Malesia. E come dimenticare una delle migliori partenze della storia della MotoGP: alla prima curva era addirittura già secondo! D’altronde l’approccio bellicoso lo aveva già lasciato intendere dopo le qualifiche di ieri: “I tecnici mi hanno detto di stare calmo i primi giri, invece attaccherò, perché se stai a centro gruppo rovini le gomme, io voglio stare davanti“. Alle parole hanno fatto seguito i fatti…

Bagnaia ha mostrato grande maturità nella prima metà di gara, quando lo spagnolo Jorge Martin stava tirando come un ossesso. “Lì ho capito che non riuscivo a stargli dietro, quindi ho rallentato“, ha spiegato Pecco. Scelta saggia, perché poi l’iberico è finito a terra nella ghiaia. E poi il duello corpo a corpo con Enea Bastianini, futuro compagno di squadra che non gli ha regalato davvero nulla. Anche qui una lucidità sorprendente: prima il sorpasso subìto a 10 tornate dal termine, poi il controsorpasso ai -7 con una staccata magistrale in fondo al penultimo rettilineo. Pensiamoci: il leader del Mondiale avrebbe potuto benissimo accontentarsi di un secondo posto, avrebbe guadagnato 4 punti su Quartararo e si sarebbe portato  a +18 prima di Valencia. Ma in quel frangente è emerso il DNA del campione, la voglia di vincere e dimostrare a tutti chi è il migliore.

Ora non resta che completare l’opera a Valencia. È vero che basterebbe un 14° posto, ma siamo sicuri che Bagnaia non partirà con quella intenzione, sebbene mai come in quella circostanza non dovrà prendersi alcun rischio. Il classe 1997 ha dimostrato in questo Mondiale di fortificarsi nelle difficoltà. Le tante (troppe) cadute stagionali lo hanno forgiato, rendendolo un pilota migliore, se non in termini di velocità, di sicuro per la gestione e la maturità con cui affronta le gare. Anche il fine settimana di Sepang non è stato rose e fiori, tutt’altro. Eppure le due cadute tra FP3 e Q2 gli hanno fatto quasi bene, perché lo hanno portato ancora una volta a farsi un esame di coscienza. Bagnaia è infatti un uomo molto riflessivo, che rimugina a lungo sugli sbagli, cercando una soluzione per uscirne migliore. La sensazione è che un eventuale trionfo iridato possa consentirgli di compiere un ulteriore salto di qualità, perché niente come la vittoria riesce ad infondere una totale consapevolezza dei propri mezzi. Pensiamo ad esempio a Jorge Lorenzo, che dopo il suo primo titolo in MotoGP salì un ulteriore gradino in termini di competitività, ma anche lo stesso Max Verstappen in F1 appare quest’anno molto più forte e completo di quanto non lo fosse nel 2021, quando solo all’ultima gara (e all’ultimo giro) si laureò campione del mondo.

Ora resta un’ultima pagina da scrivere a Valencia. Una giornata che l’Italia attende da 13 anni, mentre manca addirittura da mezzo secolo una apoteosi di un pilota nostrano su una moto tricolore. Francesco Bagnaia oggi si è consacrato campione, ora dovrà superare l’ultimo esame per iscriversi di diritto al club ristretto delle leggende.

Foto: Lapresse

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